Re-Azione al declino del Veneto

Di Dino Bertocco

Una proposta politico-culturale per la nostra Regione: competenza, coerenza e generosità al servizio di una inedita visione dello sviluppo della Comunità


Quello che è andato in scena al Crowne Plaza Hotel di Padova sabato 16 u.s. è un evento congressuale di Partito destinato a lasciare il segno non solo nel dibattito politico, ma anche nell’agenda sociale ed economica sul futuro del Veneto.
Per non apparire pregiudizialmente favorevole e retorico sulla mission che si è data Azione nella nostra Regione, vi illustro sinteticamente e con la maggior concretezza e dovizia di informazioni possibili lo svolgimento di un‘Assemblea che è stata aperta non con la presentazione di tesi e di schieramenti impegnati a contendersi la leadership, bensì lasciando la parola a tre ‘saggi esterni’ invitati per offrire alla platea dei centoventi delegati un quadro realistico e senza sconti di numeri e giudizi impietosi sullo stato di salute del Veneto di cui deve farsi carico chi aspira ad esercitare un ruolo di classe dirigente.

Tre preziosi contributi di orientamento

Il compito è stato affidato a due docenti universitari e ad un imprenditore che – interpellati dagli interrogativi circostanziati posti loro da Giovanni Faverin, con un linguaggio asciutto e denso di analisi rigorose ed indicazioni operative hanno sollecitato all’assunzione di consapevolezza e responsabilità per affrontare la profondità e complessità dei processi di trasformazione in atto da tempo e che, se non contrastati con una governance innovativa, stanno letteralmente frantumando le certezze e mettendo in discussione la visione su cui si è basata la crescita della ricchezza e del benessere in una realtà regionale il cui tradizionale (e legittimo) orgoglio di autosufficienza è diventato ora un sentimento di presunzione non più concesso ed accettabile nel contesto del mutamento strutturale in corso.

Ci ha pensato per primo Stefano Allievi a snocciolare i dati di un quadro demografico che induce al più nero pessimismo, che delinea un futuro in cui sono di più i giovani che accudiscono i genitori che viceversa, in cui ‘aumentano i pannoloni e diminuiscono i pannolini’, in cui l’opinione pubblica è orientata all’ostilità verso l’immigrazione che, al contrario, deve essere interpretata e gestita come una risorsa fondamentale, una realtà insomma – e questo è l’alert più drammatico lanciato dal sociologo – di cui i giovani più attrezzati alla lettura dei ‘macrotrend’ fiutano l’aria, decidendo di emigrare perché non vi colgono le opportunità per investirvi le loro esistenze.

A seguire, in un percorso di riflessione tutta fondata sull’esame delle fenomenologie emergenti, Giulio Buciuni ha focalizzato la curvatura della struttura produttiva e finanziaria del Veneto che da una storica centralità nello sviluppo e nella resilienza alle crisi economiche susseguitesi per mezzo secolo, negli ultimi lustri ha cominciato non solo a segnare il passo, ma soprattutto ad evidenziare dei gap esiziali sui tre terreni decisivi in cui si gioca la competitività in un mondo che cambia: la qualità del capitale umano, la dotazione finanziaria, la capacità di innovazione tecnologica. Ma soprattutto egli ha inteso sottolineare che il maggior fattore critico che deve essere attenzionato è ‘la mancanza di senso dell’urgenza’ del cambio di marcia che bisogna effettuare.

E proprio a partire da  tale osservazione critica si è innestata la disamina effettuata da Alberto Baban  del nuovo  scenario geopolitico globale  con cui bisogna fare i conti e che impone al sistema politico-economico locale e nazionale di dotarsi di una visione e di una strategia in grado di orientare uno sviluppo basato sugli autentici valori del liberalismo e sulla difesa degli assetti istituzionali democratici che garantiscono la libertà di impresa e la crescita della ricchezza in un quadro di regole che costituiscono un’irrinunciabile alternativa alle autocrazie persistenti  negli Stati ex comunisti e minacciosa prospettiva  nei Paesi laddove la Destra è rappresentata da leader quali Trump, Bolsonaro, Erdogan… In un tale scenario egli ha auspicato che la Politica esprima un pensiero all’altezza delle sfide e che Azione si faccia interprete di tale esigenza.

Va aggiunto che gli interventi hanno anche offerto spunti e proposte concrete per l’iniziativa politica: dalla necessità di adottare un linguaggio ed un approccio laico ed aperto sui Diritti civili (dei quali  Luca Zaia sta  tentando  l’appropriazione) al progetto di istituire in Veneto, preferibilmente all’interno della Facoltà di Ingegneria dell’Università di  Padova, un Centro di eccellenza collegato al Network internazionale della ricerca ed in grado di rappresentare un  più efficace supporto all’innovazione delle Imprese. E’ stato inoltre sottolineata l’urgenza di un Tavolo regionale di confronto che affronti il rischio che, dopo la stagione delle delocalizzazioni, aumenti l’esodo dal territorio regionale  degli Head Quarter di Grandi Imprese e Multinazionali.

La candidatura di Carlo Pasqualetto

L’apertura originale e brillante del Congresso ha sicuramente contribuito ad aumentare le attese e l’interesse per il suo svolgimento, dipanatosi con l’annuncio, da parte del Presidente dell’Assemblea, Nicolò Rocco, che la Commissione incaricata aveva registrato la presentazione di un’unica candidatura unitaria alla carica di Segretario Regionale, ovvero Carlo Pasqualetto, il quale, invitato quindi ad esporre le sue linee programmatiche, ha illustrato la visione di un modello organizzativo con cui intende portare Azione Veneto a diventare un soggetto decisivo per il  cambiamento della narrazione e della strategia con cui innovare la gestione amministrativa  nei Territori ed il governo di una  Regione attualmente  autocompiaciuta nella  conservazione dello statu quo e refrattaria a prendere in considerazione le osservazioni critiche evidenziate dai tre interventi introduttivi.

L’aspetto maggiormente sottolineato nel suo intervento è stato quello riguardante l’efficacia che deve caratterizzare il Partito nella sua attività per legittimarsi, rendersi credibile e dare un’immediata concretezza alle sue proposte: essa – l’efficacia – deve essere perseguita traducendo idee, visioni e progettualità con l’impegno e la testimonianza diretta dei rappresentanti di Azione, consapevoli che le difficoltà e la complessità che incroceranno esigeranno confronti e leadership cooperative perché il successo sarà sempre il risultato dell’impegno di molti e non individuale.

Nell’illustrazione del programma Pasqualetto ha molto insistito sui punti che gli stanno a cuore e corrispondono anche alla sua sensibilità di giovane imprenditore, ovvero lo sviluppo delle opportunità da offrire ai giovani, in particolare a quelli costretti ad emigrare, con politiche di sostegno sostanzioso alle start up, la focalizzazione dell’iniziative delle Imprese per l’innovazione, finalizzata in particolare alla transizione ecologica ed al risanamento dell’ambiente che in Veneto presenta indicatori particolarmente nocivi per il benessere dei lavoratori e dei cittadini.

Si è trattato di un intervento molto apprezzato ed applaudito da una platea che si è sentita sintonizzata con la freschezza e la sincerità di un linguaggio da cui traspariva la volontà di dare una scossa coinvolgendo tutti nella visione ed attuazione di un progetto entusiasmante.
L’elezione del nuovo Segretario Regionale è stata quindi effettuata riscontrando il consenso unanime dei delegati presenti.

Va ricordato che Carlo Pasqualetto è subentrato a Marco Garbin, intervenuto per cedere il testimone al candidato con un discorso che ha lasciato il segno perché ha evidenziato un clima collaborativo ed una volontà di piena disponibilità a dare continuità alla gestione unitaria del Partito, traendo ispirazione dai valori che mettono al centro le persone e la costruzione del consenso e della partecipazione dei cittadini a partire dal basso e dai territori.

Un dibattito ricco ed intenso

Va altresì segnalato che il positivo stato di salute interna ad Azione Veneto e del lavoro organizzativo che è stato realizzato fino al Congresso, è stato confermato dalla quantità e qualità degli interventi seguiti all’insediamento del nuovo Segretario.
Non è questa la sede per darne un resoconto completo, ma corre l’obbligo di sottolineare che al cronista autore di queste note, da molto tempo non accadeva di assistere ad un dibattito che, seppur vincolato da stringenti limiti di tempo, ha sprigionato una ricchezza di contenuti ed una vivacità di toni sorprendenti, finanche spiazzanti perché insoliti per un ambiente partitico.

Precisione nell’argomentazione, linguaggio suggestivo, definizione rigorosa delle proposte e degli impegni suggeriti, richiesta di una partecipazione e di un coinvolgimento più continuativi e sistematici, suggerimenti per metodologie di lavoro più efficienti e produttive, concentrazione da subito sugli appuntamenti delle elezioni europee da affrontare con un ‘Patto Veneto’ di tutela e rappresentanza effettiva degli interessi regionali, e di quelle amministrative locali, vero termometro per misurare il radicamento del giovane Partito.

E tutto questo, senza retorica, velleitarismi, personalizzazioni, anzi con un’autentica insistenza a farsi carico innanzitutto delle sofferenze misconosciute dei cittadini, ad essere in grado di far scoccare la ‘scintilla emotiva’ nel rapporto con la gente, a misurarsi con la propensione della gente stessa a stare dalla parte del vincitore con umiltà ed empatia per un’opera di proselitismo convincente.

Ebbene, di fronte a questa effervescente soggettività politica manifestatasi nel Congresso regionale di Azione, ci si pone l’interrogativo e la speranza che l’ambiente associativo-culturale, partitico ed istituzionale veneto, infantilizzato dalla comunicazione pervasiva ed ossessiva di una Presidenza regionale autocratica, disabituato a misurarsi con le sfide reali del tempo presente, sia investito dall’energia positiva e proattiva di una Forza politica che, seppure possa essere considerata una start up, gli può imprimere una svolta decisiva nell’uso del linguaggio veritiero, nella comunicazione aderente ai fatti, nella dialettica del confronto che bandisce l’approccio ideologico e la faziosità, nell’assunzione e pratica della competenza come risorsa disponibile a mettersi al servizio del bene della comunità.

Organigramma di Azione Veneto dopo il Congresso:

  • Carlo Pasqualetto Segretario
  • Giovanni Faverin Segretario organizzativo
  • Nicolò Rocco Responsabile Enti Locali
  • Franco Coin Responsabile Tavoli tematici
  • Marianna Duregon  Responsabile Comunicazione
  • Ilaria Milani Responsabile under 30
  • Ludovico Pizzo Tesoriere