Di Enzo de Biasi
Fallita l’Autonomia, la Repubblica Italiana va trasformata in una Confederazione Repubblicana composta da cinque Stati Federati ed un Presidente eletto direttamente dai cittadini. Il cittadino può proporre direttamente candidature nel Parlamento Confederale. Tasse trattenute in Loco per il 60% e per il 40% al Centro.
Continua dalla seconda parte
Toni B. “Ho capito, la Calderoli non va bene e quella del premierato? e se niente va bene cosa proponi?”
La legge “Calderoli” è una norma dannosa e confusa, quella del “premierato”, censurata da gran parte dei costituzionalisti, è parimenti inutile e disarmonica. Supponiamo che l’attuale PcM governi fino al 2027, ebbene abbiamo la prova, provata, vivente che le regole vigenti sono appropriate per l’Italia. Non serve disarticolare i vertici istituzionali: Presidente della Repubblica e Presidente del Consiglio dei ministri. La via da percorrere è un’altra. Cogliere necessità e speranze deluse da decenni, ribaltare il banco e modificare il paradigma. Due pseudo riforme barattate l’una contro l’altra in un mercimonio al ribasso, acuiscono i problemi non li risolvono. Le energie devono essere spese altrimenti per convergere in un unico quadro sistemico. Il seguito del ragionamento, meriterebbe un saggio di almeno 300 pagine, qui è svolto per concetti ultra sintetici, idee basiche utili per tracciare il solco dove erigere, poi, le fondamenta.
Il regno d’Italia retto a regime monarchico, per l’impianto amministrativo era articolato in un livello centrale e in uno periferico: Province e Comuni con identiche funzioni al Nord, al Centro e al Sud. Cavour trapiantò il sistema francese, Parigi “centrale” il resto è campagna, dimenticando che in Italia “centrali” si consideravano (si considerano), almeno, Torino, Milano, Venezia, Firenze, Roma, Napoli e Palermo. Un rampollo della buona borghesia lombarda, senatore del regno, dopo aver girovagato in carrozza nella penisola, tornato a Milano annotò che il neonato Stato doveva configurarsi come una “Confederazioni di Stati” per poi migrare verso gli “Stati Uniti d’Europa”, Carlo Cattaneo, 1801-1869.
Il regime fascista, in sintonia con la tesi dell’uomo solo al comando, rafforzò il governare “dal centro”, azzerò le autonomie locali amministrate da gerarchi fascisti espressione del partito unico, P.N.F. La monarchia durò 86 anni, 1861-1947 in versione, liberale, fascista e ibrida negli ultimi anni.
La Carta costituzionale del 1948 introdusse il regime democratico e lo stato repubblicano unitario ed indivisibile, previde le Regioni entro 3 anni, disattese fino al 1970 affidatarie di un primo pacchetto di materie nel 1977, dpr 616, una seconda tranche nel 1997 (Bassanini) e un terzo “pacco” en marche con 9 materie su 23 possibili, le restanti 14 entro il 2026(?!). Un work in progress che dura da 73 anni, ohibò! Dal 1981, il Parlamento tentò di ri-vedere, diverse volte la Magna Carta, in particolare la sua seconda parte. Non hanno colto il segno: la Commissione Bozzi,1981, quella De Mita-Iotti, 1993-94, quella D’Alema, 1997-1998, le riforme del Cdx del 2006, quella del Csx del 2016. Una catena di clamorosi insuccessi, flop-down. Un po’ meglio, le leggi elettorali differenti a seconda della “governance” da eleggere.
Nel 1953, legge nr. 148, voluta da Alcide De Gasperi prevedeva un premio di maggioranza alla lista, alle liste in coalizione, fino al 65% dei seggi in palio in caso di raccolta del 50% dei voti validi. Venne soprannominata, legge truffa dal PCI e soci minori, quindi abrogata con referendum. Un atto di insipienza politica frutto dei tempi, guerra fredda tra USA e URSS, che costo all’Italia costante instabilità dei governi in carica. Attualmente, i seggi sono assegnati applicando la legge “Rosato bis”. Un misto tra proporzionale,61%, uninominale, 37%, 2% estero. Il cittadino conta poco, a decidere gli eligendi sono i vertici partitocratici o i cerchi magici del Capo Supremo. Scendendo, nelle regioni vige il sistema maggioritario a turno unico, mentre nei comuni il doppio turno. Nella UE, c’è il proporzionale con sbarramento al 4%. Una babele di quattro linguaggi nefasti per la qualità dei programmi e la selezione dei dirigenti migliori, ma utili per coalizioni “marmellata” e candidati “fedeli” al leader all’apice.
Trascorsi 43 anni dalla prima bicamerale, l’impalcatura istituzionale è mutata di poco, di pochissimo. L’Autonomia Differenziata, dopo un quarto di secolo dal titolo del film apparso in G.U. nel 2001, è oggi in proiezione in alcune sale cinematografiche -Veneto ad esempio- il primo tempo, il secondo è programmato per il dopo 2026. C’è poi la riduzione dei parlamentari da 915 a 600. Un fiasco disastroso della classe politica prima e seconda Repubblica, movente – non ultimo- del debito pubblico arrivato a 3mila miliardi.
Il costo annuo degli interessi da pagare è di quasi cento miliardi annui, cifra identica a quella dell’evasione fiscale stimata. Il primo dato incide sull’uscita ed il secondo sull’entrata. Guarda un po’, le cifre quasi “coincidono” e la somma algebrica è “pari a zero”. Anche se il gettito fiscale tra i 417 del 2007 e i 636 del 2023 è cresciuto di 219 miliardi, la spesa pubblica ha sopravanzato le entrate finanziandosi con ulteriore debito. Quello che succede in una famiglia che ha un pesante mutuo da onorare e forti interessi mensili da pagare, incrementate le proprie entrate, invece di abbattere il mutuo restituendo capitale e pagando quindi meno interessi, compra l’auto nuova, cambia il mobilio, fa più vacanze e più cene al ristorante. Trascorsi un po’ di anni, debito calato di poco, probabile aumento degli interessi, meno soldi per i consumi correnti. Lo Stato (i politici-sgovernanti por-tempore) fa ancora peggio, perché non volendo qualificare e diminuire la spesa si indebita sempre di più: fino al prossimo commissariamento UE? La réclame governativa di questi giorni ferragostani raccontata dai media è mistificazione della realtà. È da oltre dieci anni che si registra la crescita del gettito fiscale anno dopo anno, dopodiché a consuntivo si scopre che il costo degli interessi è aumentato: perché?. Il Governo in carica sta sulla scia dei predecessori, perfino peggio, dato che giugno su maggio si è indebitato di oltre 30 miliardi (*)
Toni B. “Toh, non ci avevo mai pensato, non mettevo insieme le cose” Ora che sai come “mettere insieme le cose”, preoccupati per te, per i tuoi figli e per i tuoi nipoti
A Parigi nel 1951 Alcide De Gasperi, annunciò “Non si tratta poi soltanto di impedire la guerra fra noi ma anche di formare una comunità di difesa, che abbia a suo programma non di attaccare, non di conquistare, ma solo di scoraggiare qualsiasi attacco dall’esterno in odio a questa formazione dell’Europa unita. Questo è il problema principale: impedire attraverso la costituzione di una federazione o confederazione europea, …motivi di attrito” (*) Prima il merito della questione. De Gasperi evidenzia la necessità di avere un esercito di sicurezza europeo, ad integrazione della NATO nata nel 1949. L’idea fu bocciata da De Gaulle sostenuto in questo dal PCF (Partito Comunista Francese), probabilmente per le stesse ragioni per le quali il PCI bocciò la legge “truffa”.
Entrambe le forze dipendevano, all’epoca, da Mosca. Da Stalin a Putin, l’interesse geo-politico della Russia rimane immutato: “aiutare” chi si adopera per tenere disunita ed irrilevante l’Europa scardinando le democrazie liberali e democratiche dall’interno. Ieri, lo strumento erano i partiti “fratelli in occidente”, oggi sono le destre populiste, sovraniste e illiberali infra moenia UE: Le Pen in Francia, Salvini in Italia, Orban in Ungheria e altri.
Dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, 73 anni dopo la Conferenza di Parigi, l’argomento “sicurezza sui confini” è -adesso- d’attualità, mentre se l’Unione Europea debba essere “Confederazione o Federazione” non è stato argomento “attenzionato” nella campagna elettorale del 2024. Preso atto dell’intelligenza strategica dei politici italiani, europarlamentari in primis, presumendo che la UE duri altri 73 anni, il tema sarà focalizzato (forse) prima delle elezioni europee del 2.100, è evidente. Ri-tornando al primum vivere, al di là del vincente tra Trump o Harris a novembre prossimo, si sa che l’asse strategico di sviluppo degli interessi economici futuri americani non è più l’Atlantico, quanto il Pacifico: Cina e India, 2 miliardi e 800 milioni di potenziali clienti per i prodotti made in USA. Ciò significa che per la nostra salvaguardia i danè (i soldi), li dobbiamo tirar fuori un po’ di più noi, non lo zio Tom che ci protegge dal 1949 in avanti. Of course, i soldi noi li abbiamo già messi da parte, così come abbiamo un’opinione pubblica “sondata dai sondaggi”, ben disposta ad accettare qualche punto di PIL in più per aumentare le spese in armi, ovvio, scontato ed acquisito. Alé !
Nel dicembre 1991 a Maastricht è sottoscritto il patto che permetterà l’entrata in vigore dell’euro dal 01 gennaio 2002, unica decisione strategica degli ultimi trent’anni assunta da governanti italiani. Fautori del “miracolo”, Romano Prodi e Carlo Azeglio Ciampi, eccellenti economisti, espressione l’uno della cultura cattolico-democratica e l’altro di quella laica. In entrambi i casi culture minoritarie nel Bel Paese: casuale o causale?
Esaminando l’Italia uscita dalle recenti elezioni europee, la somma dei voti dei due partiti di destra, FdI e Lega, ammonta al 38%, mentre i due di sinistra, PD e AVS, sommano 31% per un insieme totale del 70% (69%), né più né meno di ciò che prendevano, nell’ultima parte della loro storia, DC più PCI vigente-sempre- il proporzionale. Primo. L’elettorato premia i due poli alternativi, così come avveniva nella prima repubblica. Secondo. Oggi noi abbiamo due giovan leader donne al potere (G. Meloni-E. Schlein), può essere un buon auspicio.
La prima è al comando, ma stenta a rescindere il richiamo implicito nella fiamma tricolore presente alla base del simbolo di FdI. Per capirne di più, sentire e vedere il confronto dialettico tra F. Cancellato e I. Bocchino da L. Gruber il 28 giugno scorso (*). La D.C. nel 1960 varò il Governo Tambroni con il sostegno determinante dei voti missini. Ebbene dopo i fatti di Genova, scontri in piazza motivati dall’autorizzazione data all’MSI di tenere il proprio congresso nazionale in una città di sinistra, cadde l’esecutivo e riprese la “conventio ad excludendum” verso i reduci della Repubblica di Salò. Fu Berlusconi il 23.11.1993 a sdoganare Fini, allora MSI, quale candidato da preferire per la carica di Sindaco di Roma (*).
In effetti, dopo Genova 1960, l’MSI pur godendo di un consenso oscillante tra il 4 ed il 5 %, era poco “potabile” per qualsiasi salsa governativa. Probabilmente una % pari al 2- 3 %, opinione opinabile, rappresenta un “elettorato fedele” che il Presidente di FdI (oggi anche PcM), non intende mollare. A destra abbiamo i nostalgici del fascismo, così come a sinistra abbiamo i nostalgici del comunismo, con una differenza sostanziale che i comunisti sono stati soci fondatori della Repubblica antifascista e quelli di destra ed estrema destra NO. Non le regole del fascismo, partito unico e negazione della libertà di pensiero e di stampa, ma la democrazia ha permesso ai repubblichini di Salò e ai giovani (meno giovani) di oggi di destra, di essere presenti -ieri- nelle aule parlamentari alla pari degli altri partiti antifascista, ed -oggi- in ragione della fiducia accordata alla guida del Paese. La netta percezione è che i valori democratici non sono stati appieno digeriti: tolleranza dovuta verso chi critica aspramente il potere costituito, standing istituzionale inclusivo e non divisivo.
La seconde leader è all’opposizione, certamente non è comunista, né di origine né di cultura, anche se nel campo largo chi condivide valori, obiettivi e programmi va accolto. Nello specifico, una stima dell’elettorato dell’area di estrema sinistra, PRC1.43% PCI 0.15%, una possibile di ampliare il perimetro che va esaminata (***).
Il mitizzato centro non è “centrale”. In effetti, non può chiedere la premiership del governo nazionale non avendone la forza. PD e FdI, separatamente, meglio ancora aggregati ai parenti più prossimi raccolgono almeno dieci volte tanto i cespugli di M. Renzi e C. Calenda. The best performance, M. Monti 2013-11%, altra era politica. Le poche riforme “liberali” del Bel Paese, euro a parte, sono opera di un ex-comunista, Ministro P. Bersani Prodi II, le “lenzuolate” denominate “pacchetto liberalizzazioni”. Volgendo lo sguardo sull’altro fronte, siamo fermi a definire le tasse da pagare “pizzo di stato”. Per chi crede nella concorrenza e nel mercato uniti a solidarietà e coesione sociale, saggio è collocarsi nel “campo largo” offrendo idee, persone e voti affinché non diventi un “campo santo”. Nel Cdx, un tempo regno di Forza Italia, oggi la destra, double face comanda. F.I. resta –ora come allora– diretta da chi mantiene, con proprie fidejussioni, il funzionamento dell’apparato strumentale all’azione politica. I danti soldi, che investono nell’operazione, hanno tutto il diritto di dire la loro: ieri la no tax sui profitti delle banche, oggi una maggior attenzione ai diritti civili dei carcerati, da ultimo rispolverare lo ius scholae. Tutto questo, in perfetta assonanza con lo “spirito” del socio fondatore, ça va sans dire.
Ponendosi, quindi, il tema del come ricercare una sintesi equilibrata e sistemica dell’assetto istituzionale, appare conveniente per entrambi le leader, rispettivi poli e loro potenziali co-partner, riscrivere regole, ruoli e funzioni dei principali giocatori in campo. Sono da ritenere intoccabili i principi ispiratori della Costituzione vigente, a partire da quello antifascista che permea l’intero edificio repubblicano. Monsieur Jacques II de Chabannes de La Palice, modernizzato in Lapalisse, insegna che un’eventuale rivisitazione, può (deve) essere realizzata con l’apporto di tutti i protagonisti del terzo millennio. Portatori di valori, di idee, d’interessi, espressi dalle molteplici “culture politiche”. La destra sociale, cattolica e liberale, i conservatori di origine cattolica, liberale e popolare, i progressisti cattolici, liberali, ambientalisti, radicali, socialisti e comunisti. Tutte le “aree” sono chiamate a confrontarsi e a convergere in un rinnovato patto fondativo. Tutti gli attori in scena devono, reciprocamente, riconoscere che: a) i tentativi di riforme costituzionali organiche per via parlamentare degli ultimi decenni (43 anni) sono falliti, b) le visioni, i saperi, le esperienze di ciascun partecipante hanno pari dignità. Di necessità virtù, è tempo ed ora di mettersi in marcia. Lo strumento proposto è un’Assemblea di 100 parlamentari a termine, un anno, eletti con il sistema proporzionale e soglia d’accesso al 3%. Lo scopo è quello di redigere le modifiche necessaria per trasformare la Repubblica Italiana in una Confederazione Repubblicana composta da 5 Stati Federati e un Presidente eletto direttamente dai cittadini.
Con questo spirito e in quest’ottica, qui qualche spunto di riflessione espresso in linguaggio semplice.
Forma dello Stato.
La Repubblica Italiana diventa Repubblica Confederale Italiana costituita da cinque Stati Confederati. Il Presidente della Confederazione. Il Presidente è eletto a suffragio universale con elezione diretta, a doppio turno e a maggioranza …… (50%) degli aventi diritto. Il Presidente dura in carica cinque anni, con un vincolo massimo di due mandati. Il Presidente della Confederazione, rappresenta l’Italia nelle sedi internazionali e nell’Unione Europea. Il Presidente della Confederazione nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e su sua proposta i ministri. Il Governo deve avere la fiducia dell’Assemblea Confederale. Titolarità a presentare la candidatura alla carica di Presidente. Hanno titolo a presentare la candidatura a Presidente, la forza (le forze) che rappresentano almeno il … (30%) dei suffragi validi espressi nell’ultima consultazione antecedente la presentazione della candidatura. Possono altresì presentare la candidatura …… (500.000) cittadini italiani. Nota: Sono da ri-tarare: il Consiglio Superiore della Magistratura, quello Supremo di Difesa, la nomina di cinque giudici della Corte costituzionale ed altro ancora. I 5 giudici costituzionali ora di nomina presidenziale, vanno ripartiti +1 in capo Assemblea Confederale e + 1 ordine giudiziario, 3 Presidente R.C.I. Allo scopo di ri-equilibrare il peso eccessivo dell’Esecutivo versus Legislativo, ridotto a “ratificare decreti legge governativi entro 60 giorni data assunzione”, (dittatura della maggioranza), è opportuno fissare al massimo 5 Decreti-legge di “necessità ed urgenza” per anno solare, prevedendo -oltre tale soglia- la preventiva autorizzativa da parte dei 2/3 dell’Assemblea Confederale. Il Governo Confederale riscoprirà i disegni di legge delega. Semplice regola di rispetto verso gli eletti dal popolo sovrano.
Il Senato della Repubblica Italiana.
Il Senato della Repubblica è abolito, è sostituito da un Comitato paritetico Confederazione-Stati Federati composto da …(10) componenti di cui, 5 rappresentanti, 1 per ciascun Stato Federato, 3 del Governo, 2 nominati dall’Assemblea Confederale tra questi 1 in rappresentanza della minoranza. Il Comitato esprime parere obbligatori su tutte le materie di competenza degli Stati Federati. Gli Stati di Nord Est e Nord-
Ovest sono consultati anche per quanto concerne gli atti internazionali regolanti rapporti Italia-Stati confinanti.
Assemblea Confederale (già Camera dei deputati).
L’ Assemblea Confederale è composta da 400 deputati confederali.
Sistema di voto.
il deputato confederale (e quello federale) è eletto a suffragio universale, a doppio turno e a maggioranza …… (50% degli aventi diritto) Al secondo turno, sono ammesse le prime tre candidature che hanno raccolto una soglia minima di voti a partire dal … (10%)
Il Trentino Alto -Adige e le Province di Bolzano e Trento frutto di un trattato internazionale Italia-Austria (De Gasperi -Gruber) mantengono la loro autonomia ed indipendenti fino alla revisione del trattato. Il T.A.A. conserva, pro-tempore, i 6 rappresentanti in seno all’Assemblea Confederale. Varata la nuova costituzione è indetto un referendum per le popolazioni del T.A.A. (Province di Bz e Tn) chiedendo di confermare l’adesione alla R.C.I. Il referendum consultivo è altresì attivato per il restante territorio, se il Parlamento della Repubblica Italiana, non approva il testo definitivo osservando i quorum prescritti dalla norma vigente.
Titolarità a presentare candidature.
Nel singolo collegio, possono presentare le candidature a deputato confederale (a deputato federale) la forza (le forze) politiche che abbiano avuto un consenso nel medesimo collegio e nella precedente elezione pari ad almeno il ……(10%) dei voti validamente espressi oppure…..( 10.000) cittadini italiani residenti nel medesimo collegio.
Incompatibilità.
Il mandato di deputato confederale (di deputato federale) è incompatibile con qualsiasi mestiere e attività esercitata in qualità di persona fisica o di membro in imprese/società pubbliche e private sia a titolo gratuito che a titolo di corrispettivo in danaro, servizi, natura o altre utilità. Il criterio vale per i componenti del Governo, per il Governatore, con legge ordinaria si applica ai Sindaci delle città con oltre 500 mila abitanti. La legge regola entro un anno data, le modalità applicative in materia di conflitto d’interessi e di blind trust.
Limite mandati e indennità di carica.
Il numero di mandati elettivi è pari a tre consecutivi o interrotti, non superando in ogni caso i 15 anni. L’indennità di carica è stabilita in ……. (120.000 annui lordi onnicomprensivi). L’indennità di carica non è cumulabile -agli effetti del vitalizio- con altre indennità di carica dovute a mandato elettivo federale, europeo, locale, a presidenze e componente di organi costituzionali, a presidenze e componente di enti dell’apparato confederale e federale, a presidenze e componente di società a prevalente partecipazione pubblica di tipo no-profit o di capitale. Il Presidente della Confederazione e il Presidente del Consiglio dei ministri, il Governatore dello Stato Federato, godono di un’indennità di carica pari al doppio di quella percepita dal deputato, ferme restando le stesse condizioni di incompatibilità e di cumulabilità. I vertici apicali serventi: gli organi costituzionali, quelli ministeriali, quelli dei corpi separati dello stato, quelli degli enti strumentali non retti sotto forma di società per azioni quotate in borsa operanti a livello confederale o federale, percepiscono una retribuzione annua lorda onni comprensiva fino ad un massimo di 2.5 volte rispetto alla indennità di carica del deputato. I trattamenti retributivi attuali restano in godimento del percettore, non titolato a chiedere il trattamento di quiescenza, fino alla prima scadenza utile di rinnovo dell’incarico attribuito e/o dell’indennità di funzione prevista da ciascun ordinamento.
Stato Federato.
La Repubblica Confederale è articolata in cinque Stati Federati, Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole coincidenti con il territorio delimitato dalle circoscrizioni elettorali europee. Competenze Confederali. Materie ex art. 117 comma 2 Costituzione vigente, detratte quelle che saranno attribuite alla competenza federale. Competenze Federali: tutte quelle non attribuite alla competenza confederale. Nota: per semplicità si parte dalle 23 materie ex- Autonomia Differenziata, integrate dalle materie già attribuite alle regioni a statuto speciale. Competenze da devolvere all’Unione Europea, entro i termini stabiliti: affari esteri, difesa, sicurezza dei confini, sistema tributario, sviluppo economico, cittadinanza, immigrazione, salute, istruzione, ambiente. Ciascun Stato qualora il Governo Confederale tratti un argomento che interessa il territorio di competenza, interviene con facoltà di voto all’apposita seduta del Consiglio dei ministri. Organi: Governatore e Assemblea Federale. Sistema maggioritario a doppio turno per Governatore e Assemblea Federale. È eletto al primo turno il candidato Governatore che ha ottenuto la maggioranza …..(50%) dei voti validi. Nel caso di mancato raggiungimento della soglia del … (50%) dei voti, si procede ad un turno di ballottaggio tra le tre candidature prime classificatesi che hanno raccolto una soglia minima di voti a partire dal … (20%). Il Governatore dura in carica due mandati, Il deputato federale idem come deputato confederale. Al Governatore e alla lista/coalizione vincente è assegnato un premio di maggioranza nella misura stabilita dall’Assemblea Federale, restando alla minoranza un numero minimo di seggi non inferiore a 1/3 dei seggi assegnati e garantendo adeguata rappresentanza alle aree di confine.
Titolarità a presentare candidature a Governatore.
Possono presentare le candidature a Governatore la forza (le forze) politiche che abbiano avuto un consenso nel medesimo collegio e nella precedente elezione pari ad almeno il … (30%) dei voti validamente espressi oppure …. (50.000) cittadini italiani residenti nel territorio dello Stato.
Assemblea Federale e numero di deputati federali.
Il numero massimo è di deputati è dato dal rapporto di un (1) deputato ogni …… (100.000 abitanti), arrotondato all’unità superiore. Nota: In base ultime elezioni europee per ciascun Stato avremo, Nord-Ovest-160 rappresentanti, Nord-Est 116 incluso TAA, Centro 120, Sud 140, Isole 67 per un totale di 603. (* *). Oggi, senatori e deputati, 600, consiglieri regionali, 884, totale 1.484. Approvata la riforma costituzionale, deputati confederali e federali, 400 più 600 deputati federali, totale 1.000. Le retribuzioni base sono aumentate a 120.000 €, diminuiscono i costi per 200 sentori e 284 consiglieri regionali, inoltre, quelli di funzionamento di almeno 14 palazzi istituzionali oggi dedicati al Senato-Palazzo Madama e 14 ai Consigli Regionali, escluse quelle dedicate a sede dello Stato Federale e -pro-tempore- anche le sedi del T.A.A.
Competenze Federali.
Le 23 materie ex art. 116 comma 3 armonicamente integrate con le materie già attribuite alle regioni a statuto speciale,
Competenze Confederali.
Materie ex art. 117 comma 2, una volta detratte quelle sopra individuato,
Competenze da devolvere all’Unione Europea.
Affari esteri, difesa, sicurezza dei confini, sistema tributario e fiscale, sviluppo economico, cittadinanza, immigrazione, salute, istruzione, ambiente
Ripartizione introiti tributari, debito pubblico e subentro Regioni soppresse.
Il gettito fiscale prodotto nel territorio della R.C.I. a qualsiasi titolo è incassato e trattenuto dallo Stato Federale per il 60% ed è devoluto per il 40% alla Confederazione. Ciascun Stato federale partecipa alle spese del costo per gli interessi maturati dal debito pubblico dello stato confederale ricadenti sul bilancio annuale, con criteri di progressività rispetto al gettito fiscale raccolto nel territorio di competenza. La legge confederale stabilisce modalità e termini di applicazione.
Ciascun Stato Federale “eredita” attività e passività di beni, personale, soggetti pubblici e provati partecipati delle regioni, speciali ed ordinarie, ad eccezione -in via transitoria- del T-A.A. (Province di Bz e Tn) dello Stato Nord-Est.
Annotazione conclusiva
La scelta strategica di questo manufatto “grezzo” è quella di considerare l’attività politica, una professione che ciascun cittadino –per sua scelta– può ritenere un’opportunità da sperimentare al massimo per 15 anni della sua vita, al “servizio esclusivo della Nazione” da praticare con “dignità ed onore”: artt. 54 e 98 Costituzione. Tale decisione deve essere motivata da idealità, valori, visione della società. il rappresentante del popolo- di professione politico a termine- deve saper esercitarsi “nell’arte più difficile, la politica” con passione, dedizione e competenza. Essendo una opzione libera, autonoma e consapevole, non può diventare occasione per cialtroni, per arricchirsi, per ampliare il proprio giro d’affari aziendale o della propria professione e mestiere, né egli deve essere esecutore di ordini da parte della categoria rappresentata. Non troverete mai un medico che vi prescriva di “entrare in politica”, troverete sempre qualcuno che vi dirà “buttati in politica”, così risolvi i tuoi guai con la giustizia, con una magra vita lavorativa o professionale o perché non sai trovarti un’occupazione. In quest’ottica vanno lette, la retribuzione e le condizioni di incompatibilità e di non cumulabilità, così come aver stabilito un tetto alla retribuzione dei top manager pubblici delle istituzioni. Noi siamo un Paese ridicolo, dove il Capo della Polizia prende due volte il suo collega pari grado di Scotland Yard e tre volte il Direttore della CIA-USA. Venendo al modello qui configurato, si è voluto armonizzare la spinta per un unico “decisore al vertice” con una bilanciata distribuzione del potere e al centro con l’Assemblea Confederale e in periferia con i soggetti federati. Il debito pubblico, aumentato a 3mlia miliardi maturati “grazie” alle ultra quarantennali mancate decisioni strategiche da parte dei partiti sgovernanti la Repubblica Italiana. Cambiando pelle, i debiti vanno onorati e caricati sulle spalle di nuovi e vecchi attori, secondo il criterio della “progressività”, art. 53 Costituzione.
Memore dell’insegnamento di Roberto Ruffilli (consigliere istituzionale di C. De Mita-D.C., ucciso dalle Brigate Rosse nel 1988) e di quanto prescrive l’art. 49 della Costituzione “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”, a partire dal Presidente della Confederazione all’ultimo deputato federale, il cittadino può-se insoddisfatto delle proposte dei partiti- sottoscrivere direttamente candidature da eleggere. Sangue fresco da immettere nell’apparato cardiocircolatorio della democrazia italiana, prima che collassi per scarsa affluenza al voto o diventi una democrazia illiberale. Molti segni sono già apparsi all’orizzonte.
Toni B. “Ma come puoi pensare che un imprenditore o un bravo professionista si candidi con tutti questi limiti?”
Semplice, non si candida, resta fuori e segue i suoi affari. L’ISTAT accerta che nel 2023 ci sono oltre 2 milioni di disoccupati, nel 1977 erano 1 milion e 340.000). Certamente, tra questi, c’è chi ha passione, voglia e testa per rappresentare il “popolo sovrano” art. 1 Costituzione, in grado di mettersi al servizio dei cittadini ed operare per il bene comune. Quindi, per entrare in politica basta iscriversi ad un partito (lista civica) e partire dal proprio comune. Se sei, onesto, bravo, intelligente, empatico, raccogli consenso e se senti che puoi farcela, o con il partito d’appartenenza o con il comitato civico ti presenti nel tuo collegio elettorale e concorri per guadagnarti un posto nell’assemblea federale.
Toni B. “Ma quante cose sai, quante lauree hai?” Sono in regola con il ciclo di studi previsto dalla legge Coppino del 1877 che aggiunse un anno di studio alla precedente legge Casati, in effetti, so leggere, scrivere e far di conto.
Nota: Per chi ha avuto l’ardore di arrivare fino a questo punto, sveliamo l’identità di Toni B., Antonio Buleghin. Un personaggio interpretato dal noto comico e cabarettista Gino Bramieri andato in onda su Rai Radio 2 dal 1967 al 1976 nel programma radiofonico “Batto Quattro”, un’icona del modo di pensare e di agire del cittadino veneto di quel tempo. Cambiato qualcosa?
Note (*)
Qui trovate il primo articolo: Autonomia differenziata. 25 anni di bugie
Qui trovate il secondo articolo: La vera storia dell’Autonomia differenziata
Debito pubblico e spesa per interessi 2007
Gettito fiscale 2007
Debito pubblico a dicembre 2023
Più 30 miliardi a giugno su maggio 2024
Stima spesa interessi per debito 2023 e tendenziale 2024
Berlusconi sdogana Fini-MSI candidato a Roma
F. Cancellato e I. Bocchino, neo-fascisti?
Fatti di Genova, sostegno MSI a Governo DC
Alcide De Gasperi 01 01 1952
Partito Comunista Italiano voti 0,15% europee 2024
Rifondazione Comunista 1.43 in Unione Popolare e altre qui sotto elezioni nazionali 2022 Nazionali 2022, PRC, Potere al Popolo, Democrazia Manifesta )
Numero consiglieri regionali 884
Abitanti per circoscrizione
Consiglieri regionali pari a 884
Dati ISTAT disoccupati 1977/2023