Intelligenza Artificiale, un’opportunità da non perdere

Di Omar Baù.

L’impatto sull’economia globale, il ritardo dell’Italia, la sfida per il Veneto.


Il 9 Dicembre 2023 L’Unione Europea ha finalmente varato l’AI Act, dopo una gestazione durata mesi, una regolamentazione che mira a garantire un uso sicuro ed etico dell’intelligenza artificiale. L’Unione Europea è così diventata la prima istituzione al mondo ad aver regolamentato l’intelligenza artificiale. Un altro primato che la nostra Unione ha ottenuto è quello di avere regolamentato una industry che praticamente ancora non esiste nel vecchio continente.

I maggiori player globali sull’AI sono attualmente statunitensi, con la ormai famosa OpenAI in prima fila e in risposta altri governi non occidentali – Cina e Arabia Saudita per citarne solo due – si stanno muovendo attivamente per colmare il gap. Invece, a livello europeo, la Francia è capofila sull’argomento, sia in lobbying a Bruxelles che in investimenti. Ad esempio a Parigi è stato appena creato Kyutai, un centro di ricerca no profit su AI open source, finanziato con 300 milioni di euro da investitori privati, tra cui Xavier Niel, proprietario di Iliad, Rodolphe Saadé, CEO di CMA CGM, e Eric Schmidt, ex CEO di Google. In Germania, Aleph Alpha si pone come la ChatGPT europea. Anche questa azienda ha raccolto grandi investimenti e il supporto del governo tedesco.

In Italia, invece, il Centro di intelligenza artificiale di Torino, lanciato nel 2020, sembra essere rimasto in un limbo. Non si avevano notizie significative dal 2021, quando recentemente il Ministro Urso ha dichiarato che il governo ha intenzione di proseguire con il centro di ricerca a Torino, che si occuperà di intelligenza artificiale e delle tecnologie di frontiera (meccanica quantistica, blockchain, metaverso) e che investirà 20 milioni.

Questo purtroppo non può che far pensare che il governo non abbia una chiara strategia sull’Intelligenza Artificiale. Solamente qualche mese fa, in un’audizione alla Camera dei Deputati presso la Commissione Trasporti e Telecomunicazioni il Ministro aveva dichiarato che il centro di Torino sarà focalizzato sui comparti automotive e aerospaziale. Sembrerebbe invece ora che il centro si occuperà di tutto quello che riguarda l’innovazione tecnologica?

Non è ben chiaro. Senza commentare l’investimento di 20 milioni, stabilito ancora nel decreto Sostegni Bis del governo Conte II, che chiaramente non è sufficiente per rendere competitivo il centro rispetto alle altre realtà internazionali.

Impatto sull’economia globale

Ma perché per l’Italia è fondamentale investire in questo argomento? L’intelligenza artificiale è un’enorme opportunità per l’economia globale. Goldman Sachs ha stimato che l’IA produrrà un aumento del PIL globale di quasi 7 trilioni di dollari in 10 anni (fonte: Generativem AI could raise global GDP by 7%, Goldman Sachs, 5 aprile 2023). Oltre l’impatto sul PIL, anche il mercato del lavoro sarà fortemente impattato: sempre nello stesso studio Goldman Sachs stima che 300 milioni di posti di lavoro a livello globale potrebbero modificarsi radicalmente per l’automazione che l’intelligenza artificiale porterà. Siamo all’alba di una nuova disruption e l’Italia deve scegliere se stare alla finestra a guardare o essere parte attiva.

La politica deve creare le condizioni affinché si possa investire in AI. Questo significa fornire finanziamenti adeguati alla ricerca e allo sviluppo, e creare un ambiente normativo favorevole alla crescita delle imprese innovative.

In particolare, questa potrebbe essere un’enorme opportunità per il Veneto, che ha le condizioni per diventare un hub dell’intelligenza artificiale. La regione ha un’economia forte e diversificata, una base industriale solida e una comunità accademica e di ricerca di alto livello. Allo stesso tempo il Veneto sta attraversando una crisi demografica, dove i cosiddetti cervelli fuggono: il saldo tra emigrati ed immigrati è negativo in regione, con dati particolarmente allarmanti per quanto riguarda i giovani laureati che sempre di più se ne vanno, all’estero o in Lombardia o in Emilia Romagna.

Il Veneto ha bisogno di tornare ad attrarre e può farlo solamente investendo in innovazione, che è la base della nuova economia della conoscenza. La politica regionale dovrebbe cogliere questa opportunità e investire nell’intelligenza artificiale. Questo significa creare un centro di ricerca specializzato, promuovere la collaborazione tra imprese e università, e sviluppare programmi di formazione per i talenti del futuro.

Ecco alcune proposte concrete che la politica regionale potrebbe adottare:

  • Creare un centro di ricerca specializzato in AI, con un focus su settori strategici per il Veneto, come la salute, la produzione e la logistica.
  • Promuovere la collaborazione tra imprese e università, per favorire lo sviluppo di soluzioni innovative.
  • Sviluppare programmi di formazione per i talenti del futuro, per prepararli alle sfide dell’intelligenza artificiale.

Soprattutto lo sviluppo di Intelligenza Artificiale dedicata alle Life Science potrebbe essere interessante per la regione, specialmente se poi a Torino effettivamente ci sarà un centro focalizzato sull’automotive.

Il Veneto rimane una delle regioni con la migliore sanità a livello italiano, nonostante anche questa sia affetta da problemi strutturali che si stanno aggravando. Ma l’eccellenza delle scuole di medicina dell’università di Padova e Verona, la realizzazione del nuovo ospedale a Padova Est che sarà un centro d’eccellenza a livello nazionale e il focus che il presidente Zaia sembra dare alla sanità (dopo la pandemia infatti lo stesso aveva candidato il Veneto come sede dell’HERA, la nuova agenzia europea per l’emergenza sanitaria) potrebbero sembrare un terreno fertile sul quale costruire la volontà politica e imprenditoriale che porti alla nascita di un polo sull’intelligenza artificiale.

Un altro fattore chiave sarà proprio quello di convincere i grossi gruppi imprenditoriali del Veneto: visti i limitati investimenti di cui può disporre il pubblico, i privati andranno coinvolti, iniziando con lo spiegare loro i ritorni positivi che avrà sull’economia territoriale la creazione di un polo di questo genere.

Investire nell’intelligenza artificiale è un investimento nel futuro del Veneto.
La politica regionale deve cogliere questa opportunità e fare la sua parte.