“Governo e Regione Veneto debbono operare un cambio di passo”

Bisogna passare dalla cacofonia dei microfoni ad una forte regia della rinascita (di Dino Bertocco)

I veneti resilienti

Bisogna innanzitutto fare una precisazione: per una parte maggioritaria di veneti non ci sono stati una fase uno ed una fase due: sia sul fronte socio-sanitario che su quello economico-produttivo e dei servizi, una platea impressionante per quantità, consapevolezza e competenze professionali di ‘resilienti’ scesi in campo, si è dedicata a fronteggiare l’emergenza e contemporaneamente ed immaginare e progettare la ripartenza.

L’esempio più incoraggiante è testimoniato dalla tempestività ed efficacia con cui si sono generate e moltiplicate le consegne a domicilio.

E’ accaduto ed accade per i Dirigenti ed i Medici, così come per gli Imprenditori, che hanno dovuto e saputo procedere alla riorganizzazione dei processi, sanare le falle, pensare la reingegnerizzazione, ma soprattutto immaginare il contesto socio-ambientale, finanziario e di mercato del post-covid, un tempo purtroppo non breve di transizione a nuovi modelli sociorelazionali ed operativi.

La domanda che ci dobbiamo porre è: per tutti i nostri concittadini così duramente messi alla prova, con un carico emotivo stressante, le Istituzioni sono state al loro fianco, tempestivamente, efficacemente?

Anche qui bisogna essere franchi.

Governo e Regione Veneto alla prova

Da parte del Governo si è dato prova, anche se con iniziali ritardi ed intoppi, di tanta buona volontà e di una inedita determinazione con l’Unione Europea per la negoziazione dei Piani straordinari di intervento finanziario per affrontare l’emergenza, approdata al primo importante ‘Accordo dell’Eurogruppo’.

Così i provvedimenti per frenare il contagio hanno dimostrato una buona efficacia, se si escludono i territori (come la Lombardia) dove si è dimostrata la preesistenza di condizioni strutturali e gestionali deficitarie.

Non altrettanto i provvedimenti economici, di enorme portata sul piano quantitativo ma dimostratisi allo stato attuale lenti, vischiosi, non operativi con l’immediatezza necessaria per evitare il tracollo di migliaia di imprese ed attività.

Una valutazione ambivalente va fatta anche per la Regione Veneto che ha affrontato l’emergenza potendo contare su un patrimonio professionale eccellente e su una Rete di servizi sociosanitari collaudati, ai quali il Presidente ha garantitito una guida efficiente.

Ma va sottolineato che, se l’uomo solo al comando messo finora in scena a sciorinare tabelle ed aggiornamenti ha sicuramente soddisfatto il sistema dei media locali ed anche la fame di informazioni e ‘tranquillizzazione’ dei cittadini, è mancata totalmente una regia d’insieme, la manifestazione della consapevolezza che inscindibilmente correlata all’urgenza di gestire le misure anticontagio, esisteva sin dall’inizio (metà febbraio) l’emergere dei molteplici rischi del verificarsi della pandemia sociale.

Per questa ragione segnaliamo con forza che sarebbe stato opportuno promuovere fin da subito la mobilitazione di tutte le rappresentanze politiche, sociali ed amministrative:

– attraverso il coinvolgimento organico, sistematico, permanente delle Forze di Opposizione in un Comitato regionale di Coordinamento;

– attribuendo alla Concertazione regionale e provinciale con le Rappresentanze associative, funzioni permanenti di monitoraggio ed orientamento, ovvero per il passaggio dalla negoziazione dell’assistenza necessaria (Cassa integrazione in deroga, credito ed altro) alla elaborazione dei piani di ripartenza;

– la diffusione del tale modello attuato a livello regionale con la sua replicazione in tutte le Province non lasciando soli i Prefetti a gestire scelte che in molti casi non potevano e non possono essere effettuate con gli sterili criteri burocratico-amministrativi;

– moltiplicando a cascata anche nei Comuni che avevano strutture adeguate la promozione di organismi in grado di riversare e diffondere nei territori le buone pratiche di gestione della crisi.

Il tempo perso

Per quanto riguarda poi la drammatica crisi determinata dal blocco delle attività produttive e commerciali, ritenute cervelloticamente non essenziali, si sono persi due mesi, demandandone la gestione in modo subalterno alle scelte-tampone del Governo, non comprendendo che senza indugio era necessaria la costituzione di una Regia, anticipando a livello regionale il modello di intervento deciso nei giorni scorsi a livello nazionale con l’attribuzione dell’incarico a Vittorio Colao.

Si doveva e tanto più oggi si deve comprendere l’incombenza di un ripensamento strategico dei modelli di gestione dei business, delle filiere produttive, del comparto turistico, delle reti distributive, dell’incipiente emergenza delle colture e della raccolta nel mondo agricolo!

E ciò non solo in ragione dei vincoli derivanti dal distanziamento sociale, bensì dalla constatazione che il virus ha avuto un impatto sia sulla fragilità delle difese immunitarie che sull’obsolescenza del Sistema economico complessivo (nazionale e regionale consustanzialmente): l’assenza da tempo immemore di una Politica industriale, l’arretratezza delle Infrastrutture per la digitalizzazione rivelatasi un asset costituente per la il nuovo modello di resilienza, la perifericità del Paese dal punto di vista geopolitica e la ‘servitizzazione’ dei Distretti veneti nei rapporti con l’economia tedesca, solo per fare alcuni esempi.

Per non ricordare, il crash all’INPS ed i ritardi nell’attuazione dei provvedimenti assistenziali e creditizi che in questi giorni angustiano lavoratori ed imprese, il peso asfissiante – tanto più nel momento del bisogno – dell’apparato burocratico e delle procedure…

Last but not least, non dobbiamo dimenticare gli effetti devastanti sul piano emotivo e psico-fisico, la necessità di elaborare il doppio lutto dei conti economici franati e delle relazioni umane sociali atrofizzate, deperite …

Wake up classe dirigente

Tutto ciò per sottolineare che i vertici istituzionali e l’intera classe dirigente della Regione, debbono uscire (metaforicamente parlando) dal bunker della Protezione Civile di Marghera ed assumere la responsabilità di un Governo globale di tutti i fattori e dei meccanismi di regolazione socioeconomica compromessi e deteriorati dall’emergenza sanitaria.

C’è un’agenda fittissima di impegni, scadenze, cambiamenti che richiedono un’enorme quantità di energie, una mobilitazione cognitiva e culturale che non può essere affrontata con i ritmi e le metodiche di una comunicazione istituzionale progressivamente trasformata in affabulazione.

Tutti i soggetti politici ed associativi sono chiamati a mettere da parte i riti e le divisioni di un passato sepolto e trasformare la crisi epocale in un’occasione di rinascimento…

Per tale riorientamento il Veneto possiede una dotazione cospicua di capitale sociale, di know how, di competenze formate a fronteggiare le criticità organizzative, i turnaround, gli eventi traumatici.

E’ su queste risorse che debbono fare leva il Consiglio Regionale ed il Presidente della Giunta Regionale: professionisti, scienziati e intellettuali, imprenditori e tecnologi, volontari ed innovatori sociali, sollecitati, orientati e coinvolti nella messa in comune di esperienze, proposte e soluzioni praticabili alla lunga lista di problemi ed urgenze.

Pensiamo ad una Task force regionale che così come per l’ambito dell’emergenza sanitaria con l’IIS e la Protezione Civile da parte dell’Unità di crisi, si interfaccia al Gruppo nazionale diretto da Vittorio Colao e può assumere una funzione di supporto, non surrogatoria, ai ruoli istituzionali e della associazioni di rappresentanza.

Ad essa va affidato il compito di aggregare e condensare le competenze indispensabili per ripensare i processi di riorganizzazione e riorientamento strategico: per il ‘risanamento’ dei punti critici manifestatisi nella Rete dei servizi sociosanitari (leggi Case di riposo), della Pianificazione del nuovo modello di Trasporto & Mobilità pubblici, del ‘riadattamento’ logistico e funzionale-digitale dell’intero Sistema della Formazione e della Istruzione, per aggiornare e dare concretezza alla progettualità della smart specialization, per l’aggiornamento degli strumenti e dei provvedimenti necessari ad affrontare la recrudescenza e l’estensione delle debolezze sociali destinate inevitabilmente a presentare il conto di sofferenza e domanda assistenziale.

Insomma è nell’inatteso scenario determinato da Virus Covid-19 e con le inedite criticità entrate drammaticamente e prepotentemente nell’Agenda politica che le virtù dell’Autonomia e la cultura della Sussidiarietà debbono diventare la risorsa decisiva, non da invocare bensì da praticare fattualmente, uscendo dalla retorica delle narrazioni per entrare nella storia del tempo presente, hic et nunc!

Dino Bertocco