Wake up – Sveglia Riformatori!

Di Dino Bertocco

Archiviamo il trentennio della dissipazione. Ri-avviamo il tempo della ricostruzione.

Appello

Ai professionisti tutti del Mondo del Lavoro ed Innovatori sociali, Imprenditori e Ricercatori culturali e scientifici, Operatori della Comunicazione, del digitale e dell’Intelligenza Artificiale, ai visionari del futuro radicati nei territori della cittadinanza attiva.

Uniamo le competenze e l’energia cooperativa del coraggio etico-civile, dell’umiltà laboriosa, dell’intellettualità generosa, per una corale mobilitazione cognitiva ed un’inedita progettualità politico-istituzionale per la nostra Nazione.


Nelle nostre Istituzioni, negli ambienti accademici ed associativo-culturali, nel caleidoscopico mondo dell’informazione e della comunicazione, troppi nostri concittadini indulgono allo sguardo sonnacchioso, all’atteggiamento da umarell disincantati  e verbosi, a comportamenti da nostalgici e/o zombie della Prima quando non della Seconda Repubblica.

Per non parlare dei protagonisti dell’agenda pubblica che si esercitano in commenti salottieri, interventi sentenziosi, che risultano spesso connotati dall’astrattismo e dal distrattismo rispetto ad una realtà stringente ed interrogante che si manifesta con i rantolii di un ceto politico cognitivamente anoressico e patologicamente litigioso in una congiuntura drammatica che esigerebbe cooperazione, dedizione generosa e convergente alla causa nazionale.

La divaricazione che ci impoverisce

Si è pertanto creata una crescente divaricazione tra quanti nella realtà dei fatti e dei vincoli,  affettivi e relazionali, etici ed organizzativi,  scientifici e tecnici, sociali ed economici, si impongono quotidianamente la coerenza e la responsabilità operativo-professionale  e la platea crescente di coloro che – nello spazio pubblico – si trastullano pigramente  con le funzioni politico-burocratiche, con la difesa di rendite corporative o con l’auto attribuzione di un ruolo di influencer, magari denunciando  ed inventariando  disservizi e  manchevolezze di una Comunità,  alla crescita della quale loro dedicano  un contributo residuale, irrisorio.

E questo succede proprio nella congiuntura più cruciale del Paese, in cui il groviglio di tensioni, incomprensioni e dissipazioni sedimentatosi nell’ultimo trentennio genera il rischio di collasso.

Perché, ad osservarla senza veli, i limiti e le sofferenze della nostra Comunità nazionale  sono intimamente correlati al progressivo manifestarsi di un’afasia democratica, ovvero all’atrofizzarsi dei molteplici e multilivello meccanismi della partecipazione e della rappresentanza, che costituiscono la colonna vertebrale dell’assetto sociopolitico ed istituzionale.

Questa, naturalmente, è la nostra diagnosi, nella quale ci siamo esercitati in questi ultimi anni, confrontandoci con centinaia di amici e colleghi, indagando con letture e ricerche specifiche, monitorando sia la mappa del decadimento etico-politico e strutturale, sia la fenomenologia della ‘società resistente’ (della quale ci sentiamo partecipi) in particolare di quelle espressioni civico-culturali ed imprenditoriali, la cui vitalità ha irrobustito la chiglia per la navigazione mentre i sentimenti e lo sguardo di una vasta opinione pubblica erano rivolti ed attratti (d)ai protagonisti della rissosa competizione per il comando, sulla tolda di una nave pericolosamente inclinata ora a destra, ora a sinistra e senza una chiara e riconoscibile rotta.

Perché una metodologia ed una piattaforma programmatica

Ora ci proponiamo di tirare le somme del lavoro svolto ed indicare una metodologia ed una piattaforma programmatica per una riflessione pubblica orientata alla consapevolezza critica ed all’assunzione di responsabilità collettive, attraverso una mobilitazione cognitiva che si avvalga dell’ascolto e dell’apporto di tutti i soggetti focalizzati sulla priorità del Bene Comune e non distratti dai destini personali e dagli egoismi degli interessi particolari e/o corporativo.

Sappiamo che l’attuale situazione politica costituisce la condizione ideale per l’enorme stuolo di gazzettieri che inzuppano le loro cronache sulla mediocrità, sulla faziosità e sulla litigiosità che emergono quotidianamente dalla batracomiomachia delle aule parlamentari e dalla dispute rissose intra ed interpartitiche.

Osserviamo sgomenti gli atteggiamenti, e ne leggiamo i vaporosi commenti, di molti editorialisti che vagano nelle nuvole dell’irrealtà, sospinti da quella dissociazione tra Cultura e Politica che ha causato l’impoverimento civile reciproco degli intellettuali e degli esponenti della rappresentanza democratica.
Constatiamo ogni giorno che passa il degrado, nel segno dell’incompetenza, della classe dirigente pubblica, surrogata nelle sue funzioni da gruppi e lobbies della consulenza – più o meno strategica – che intervengono sulla governance (si tratti di gestione dei Ministeri e/o del Pnrr, del Sistema sanitario, o della pianificazione urbanistica e territoriale) con gli strumenti e la visione di attività legittimamente profittevoli e speculative, ma inevitabilmente non finalizzate alle soluzioni strutturali e di lungo periodo, che possono essere garantite solo da tecnostrutture ed istituzioni efficienti e vincolate alla mission dell’interesse pubblico..

Ma tutto ciò non ci sorprende e non ci intimidisce, tutt’altro, perché, esauritasi la ‘spinta propulsiva’  dei valori e dell’energia creatrice dei Padri costituenti, sperimentate tutte le formule del bipopulismo fantasioso e e spensierato, era ineluttabile giungere al redde rationem, ovvero alla necessità storica di una rigenerazione culturale del Pensiero politico,  programmatica dell’assetto costituzionale, organizzativa dell’asseto amministrativo, riequilibrante sul piano finanziario e dell’equità sociale nella gestione del welfare, innovato tecnologicamente e digitalizzato per quanto attiene l’impianto statuale e lo stesso modello della cittadinanza democratica.

L’entrata in campo di Volontari civici ed Intelligenze illuminate

Così come abbiamo ben chiaro che una tale rivoluzione etica ed ingegneristica necessita della ‘discesa in campo’ di un esercito di Volontari civici ed intelligenze illuminate che decidono di rompere gli indugi e farsi carico  di ri-radicare l’impegno politico, a partire dai territori salendo ‘per li rami’  dalle comunità locali fino ai livelli istituzionali nazionali ed europei.

Con l’avvertenza per tutti i liberi e forti che si dedicheranno alla coltivazione di questa progettualità che il primo batterio da eliminare, diffusosi senza trovare ostacoli nell’ultimo trentennio, è costituito dalla presunzione di ritenere  che la botte-Paese dia un vino buono senza preoccuparsi dapprima della preparazione dei vignaioli che dovranno  coltivare i vitigni per produrre l’uva necessaria.

E per restare nella metafora, riteniamo che per l’intrapresa siano indispensabili sia il recupero delle memorie storiche dell’arte vitivinicola che il dialogo intergenerazionale di una nuova umanità che non si affida all’esclusivo fattore anagrafico per rinnovare la vit(e)a democratica.

Una idea in più è un esercizio di libertà. Call to Action
Invitiamo tutti a contribuire al dibattito, siti e blog di giornali, associazioni e gruppi dell’immenso bacino sotterraneo di militanti e cittadini desideroso di partecipare al movimento di rinnovamento delle basi liberaldemocratiche del Paese e di sostegno all’azione politica riformatrice di cui esso ha bisogno come l’aria.
A tal fine abbiamo predisposto un documento-base che alleghiamo e che divulgheremo sia per la  lettura che soprattutto per l’esame critico e la sua traduzione nell’iniziativa politico-culturale e territoriale.
Per tale attività ci avvarremo di tre Piattaforme digitali e di una molteplicità di strumenti di informazione, comunicazione e formazione; innanzitutto quindi:
– Issuu, per facilitarne la lettura
– Medium, per consentire le correzioni, integrazioni e l’arricchimento della documentazione
– Change.org, per sollecitare l’engagement e la mobilitazione cognitiva.
E queste attività saranno propedeutiche alla realizzazione di eventi territoriali di approfondimento tematico, di networking e focalizzazione del programma e degli strumenti con cui dare continuità operativa al progetto di ricerca politico-culturale delineato nel documento, anche attraverso la gemmazione di partnership e l’attività di syndication editoriale.