Padova protagonista del rinascimento culturale ed economico veneto

(di Dino Bertocco). Una nuova visione di Padova ed un progetto di sviluppo metropolitano regionale per oltrepassare la stagione delle chiacchiere e dei distintivi (leghisti)

Con ogni probabilità ad Ivo Rossi non era andata giù la puntata della nostra rubrica ‘il Clandestino’ (a firma di Alessio Mannino) in cui la sua amata città veniva tratteggiata con molte sfumature di grigio e con una guida da parte di un “centrosinistra imploso, fragile, galleggiante”.

O probabilmente leggeva da tempo la cronaca della vita politico-amministrativa locale con la passione civile che non lo ha mai abbandonato ed ha deciso di prospettare un “viaggio (alternativo) nella città del Santo a un anno dalle elezioni comunali

Succede così che l’ex Sindaco diffonde in questi giorni un documento importante, impegnativo, nel quale propone una riflessione che affronta in profondità le tensioni, contraddizioni ed asset dell’Area metropolitana di Padova, ricomponendole in una visione ed indicando le linee di una progettualità che consenta di liberarvi le molteplici risorse culturali, scientifiche, professionali, imprenditoriali attualmente rattrappite dalla miopia degli interessi lobbistici e dalla navigazione a vista non solo locali, ma anche di una governance regionale ancorata a quello che con felice sintesi viene definito ‘policentrismo acefalo’.

Debbo confessare che nell’ultimo anno mi sono permesso di esercitare nei confronti di Ivo Rossi un insistito ed amichevole pressing per farlo uscire dal ‘riserbo’, atteggiamento da lui adottato sia per evitare misunderstanding con i suoi ex colleghi di partito (non propriamente delle mammolette), sia per valutare con rigore e distacco l’azione e le dinamiche innescate dai diversi protagonisti che si sono alternati al governo di una Città diventata teatro di dispute caratterizzate da un alto tasso di litigiosità (tra gli schieramenti ed all’interno degli stessi) che inevitabilmente ha progressivamente affievolito fino ad annullare la progettualità necessaria per affrontare la complessità di nodi e tensioni irrisolte in un’area territoriale che vede implicati e connessi una molteplicità di funzioni, enti e protagonisti di ‘scala’ metropolitana.

In realtà egli non ha mai fatto mancare i suoi commenti ed annotazioni a margine delle discussioni accesesi sulle questioni più rilevanti, dalla querelle sul nuovo Ospedale alle vicissitudini della mobilità dentro la città e della viabilità esterna fino alle contradditorie scelte urbanistiche.

Ma si è trattato di contributi indicati ai gestori dell’attività amministrativa, dettati dalla volontà di mettere a disposizione della comunità locale gli elementi di conoscenza ed esperienza maturati sul campo, filtrati da una memoria storica ritenuta (giustamente sottolineiamo noi) una risorsa sempre utile per l’orientamento ed il governo di un Comune.

Il 2020, però, ha impresso – con l’impatto della pandemia particolarmente devastante su un tessuto socioeconomico urbano connotato da un Terziario altamente vulnerabile dal Covid-19 – una accelerazione e condensazione dei nodi problematici che avevano acceso il dibattito politico e vivacizzato la cronaca cittadina.

Si è determinato l’innesco per prese di posizione più vigorose ed impegnative, ben oltre i suggerimenti e/o rilievi sulle vicende contingenti.

E’ emersa in tutta evidenza la necessità di sottoporre alla revisione critica e ad un ripensamento globale l’agenda politica che seppur locale, per il rilevo delle questioni emergenti, sollecita una inedita capacità di partecipare alla discussione ed interagire con i soggetti della governance regionale e nazionale (dalla necessità di intercettare le risorse finanziarie del Recovery Plan, alla capacità di incidere sulle politiche regionali per il Piano Rifiuti ed il Corridoio metropolitano e molto altro).

Ed il salto di qualità nella comprensione e visione del cambiamento in atto significa anche sottrarre la Città alle fazioni e forze sotterranee che con le loro incursioni ne hanno provocato fragilità ed indeterminazione strategica, aprendo varchi a trame e soggetti che ci ricordano i protagonisti di Effetto domino (il romanzo del padovano avvocato e scrittore Romolo Bugaro).

Ivo Rossi

Alla luce di tali considerazioni possiamo ben dire che il testo di Ivo Rossi “Appunti sul futuro di Padova e il suo Piano degli interventi” costituisce una ventata di aria pulita, un’iniezione di riflessività, un invito alla mobilitazione cognitiva che danno significato e concretezza ai concetti di resilienza e ripartenza.

Non solo, c’è qualcosa di più: il contributo di analisi e proposte che vi sono contenute, ci aiutano a ripensare la funzione della Politica, intesa come esercizio di competenza ed integrità da parte di Attori in grado di interpretare e rappresentare gli interessi generali della Comunità con uno sguardo rivolto al futuro.

Sottolineiamo altresì che la metodologia e le indicazioni operative costituiscono un’occasione fondativa per rianimare la partecipazione ed il coinvolgimento di tutte le forze sociali vive, non solo patavine, ma dell’intero schieramento democratico-riformista veneto che può ritrovare le ragioni del suo ruolo e della sua capacità di incidere sul destino delle nostre Città e della nostra Regione dotandosi di un pensiero critico della realtà e di una strategia in grado di connettere i soggetti e le risorse del rinascimento socioeconomico attraverso la qualificazione del tessuto urbano metropolitano.

Ed a tal fine rinviamo al Forum su Demotopia , la Piattaforma di confronto ed elaborazione condivisa con cui procederemo a divulgare ed implementare il documento di Ivo Rossi.

Dino Bertocco