Aperto a Mestre il cantiere veneto per l’Europa!

Di Dino Bertocco

Un messaggio forte ed univoco per l’alleanza e la collaborazione di tutte le rappresentanze riformiste ed europeiste operanti nella nostra Regione, un’indicazione programmatica ed operativa: il futuro lo si decide con i cittadini veneti.


Anche un cronista abile e di lungo corso faticherebbe non poco a dar conto in modo esauriente del Convegno organizzato sabato 16 u.s. all’Hotel all’Hotel Belstay di Marghera- Mestre Venezia, nel quale si è svolto un serrato confronto tra diversi rappresentanti della vasta ed articolata area riformista ed europeista veneta, focalizzato sul ruolo di un’Europa ritenuta da tutti i partecipanti un Continente che si deve dare urgentemente una soggettività politico-istituzionale più forte ed autorevole, in una congiuntura storica nella quale sono diventati decisivi la collocazione e la capacità di iniziativa nel contesto geopolitico internazionale attraversato dalle terribili turbolenze belliche e dai vettori della trasformazione tecnologica ed economico-finanziaria.

L’evento, organizzato congiuntamente da alcune federazioni provinciali del Psi Veneto, dalla Federazione dei Giovani Socialisti e dall’Associazione socialista liberale, si è snodato in tre sessioni scandite da introduzioni ed interventi tutti caratterizzati da una qualità di analisi e specificità dei contributi che hanno fatto progressivamente emergere una consonanza di sentimenti ed una convergenza di contenuti, sorprendenti e gratificanti in una congiuntura ed in una Regione alla ricerca di un nuovo baricentro politico per una governance oramai compromessa dalla deriva demagogica e romanocentrica della discussione sul dopo-Zaia.

Sin dalla relazione iniziale del prof. Cesare Pinelli (direttore della storica testata Mondo Operaio), hanno assunto una chiara centralità le questioni che attengono l’assunzione di una funzione ‘federalista’ dell’Unione Europea che dopo l’incoraggiante stress test della gestione della crisi pandemica è chiamata ad esercitare un ruolo trainante, ovvero a determinare il cosiddetto ‘effetto Bruxelles’ sui numerosi fronti che vanno dalla implementazione delle scelte strategiche per una realistica transizione ecologica, una politica bancaria e fiscale comuni e l’adozione di una Difesa comune, il tutto finalizzato a prefigurare una visione ed una leadership che costituiscano una efficace barriera protettiva rispetto ai risorgenti nazionalismi ed ai pericolosi ‘ondeggiamenti’ del PPE relativamente alle alleanze che lo vedono tentato di rafforzarsi nel Parlamento europeo imbarcando esponenti della Destra conservatrice.

Il dibattito che ne è seguito, coordinato da Giovanni Gomiero, ha evidenziato le numerose criticità che rallentano attualmente il processo di integrazione ed in particolare la necessità di superare i ritardi e le contraddizioni che connotano la gestione dei Fondi Pnrr e, soprattutto – nell’attuale emergenza dei conflitti bellici alle porte dell’Europa – del coordinamento, delle politiche sugli armamenti e su un Esercito europeo, che potrebbe contare su forze produttive e militari all’altezza delle sfide in campo, se solo da parte dei Governi fosse assunto un orientamento unitario e coerente.

Nella seconda sessione del Convegno, moderata da Francesca Dall’Aglio, di cui è stata annunciata la candidatura a Sindaco nelle prossime elezioni comunali di Rubano – Padova, il confronto è diventato ancor più avvincente perché gli intervenuti hanno fatto un notevole sforzo nell’esposizione della tradizione storica socialista dell’europeismo e della problematicità che ha condizionato le scelte di partecipazione alle più recenti elezioni europeee del PSI ed alla imminente scadenza di giugno che è auspicabile faccia prevalere l’orientamento a rafforzare lo schieramento liberaldemocratico.

Da segnalare su tali temi i tre corposi contributi di Riccardo Nencini, Presidente del Gabinetto Vieusseux di Firenze nonché ex Segretario Nazionale, del Sen. Giovanni Crema e del Sen. Mauro Del Bue (Direttore de La Giustizia, testata online dell’Associazione Socialista Liberale) il cui intervento è stato letto da Riccardo Mortandello e pubblicato nel giornale diretto dallo stesso Del Bue.

L’analisi di Giovanni Crema

Particolarmente suggestivo ed approfondito sul piano storiografico l’intervento di Crema che ha ricordato il ruolo fondamentale di tre leader socialisti quali Filippo Turati, Giacomo Matteotti e Pietro Nenni nella elaborazione della visione degli ‘Stati Uniti d’Europa’, con una citazione illuminante del leader riformista: “Abbiamo bisogno degli Stati Uniti d’Europa, altrimenti diventeremo una colonia di quella nostra ex colonia di un tempo, gli Stai Uniti d’America” (così Turati negli anni ’30!).

Giovanni Crema

E proprio in coerenza con il pensiero ispiratore dei Padri, egli ha sottolineato che ora l’Unione europea si trova in una fase critica ed è quindi necessario che si unisca per ‘diventare uno Stato’, confidando che i valori fondanti consentano di reinventare il modo di essere europei e di crescere, superando le difficoltà legate alla frammentazione delle normative che costituiscono un fattore di rallentamento soprattutto delle risposte alle emergenze che si moltiplicano (dopo quella pandemica, quella energetica ed economica seguita alle guerre e quella persistente dei cambiamenti climatici e dei flussi migratori).

Analizzando la situazione interna dell’UE, ha proseguito Crema, “fino ad oggi l’Europa non ha mai affrontato così tanti obiettivi sovranazionali da condividere, ovvero obiettivi che non possono essere gestiti dai singoli Stati”; perciò “stiamo vivendo una serie di grandi transizioni che richiederanno grandi investimenti comuni (transizione green, transizione geopolitica, difesa) e conseguentemente un salto di qualità nel processo di integrazione che deve passare dalla fase ‘tecnocratica’ che ha avuto successo con l’euro, ma anche costi elevati e progressi lenti, a quella più propriamente politica attraverso l’esplicitazione dell’obiettivo finale che sia sottoposto al vaglio del voto dei cittadini europei e tradotto nella modifica dei Trattati UE”.

La tavola rotonda

La parte conclusiva si è svolta in modalità tavola rotonda ed ha permesso ai diversi soggetti politici organizzatori del Convegno ed a quelli invitati ad intervenire (Azione, PD, Italia Viva, +Europa, Volt, Radicali Italiani) di confrontarsi tra loro sulle principali questioni emerse nella prima parte della mattinata, concentrandosi in particolare sul nodo cruciale della ‘sofferenza’ che caratterizza il rapporto tra istituzioni europee e cittadini, in termini di consenso e di difficoltà di trasformare, ovvero adeguare le istituzioni stesse alle mutate domande sociali interne al Continente ed alle sfide esterne che le interpellano.

Il succedersi degli interventi ha fatto emergere una vivacità di sentimenti ed un’intensità dei ragionamenti che non hanno trascurato nessuno dei numerosi interrogativi che gravano sulle prossime elezioni europee, mettendo in luce una pluralità di opinioni che hanno suscitato l’interesse del pubblico ed hanno sollecitato l’impegno ad un approfondimento su una molteplicità di temi che richiedono una riflessione specifica in quanto portatori di complessità e novità interpretative.

In estrema sintesi ne segnaliamo quelli che ci sono apparsi i più significativi: la necessità di misurarsi con il cambiamento dei sentimenti nutriti dai cittadini europei nei confronti delle Istituzioni, la consapevolezza che gli Stati Uniti d’Europa sono ormai diventati un appuntamento ineludibile con la Storia dei mutamenti geopolitici, il passaggio dall’atteggiamento “Ce lo chiede l’Europa” al protagonismo diretto attraverso il processo di partecipazione dal basso nei territori, lo sforzo di messa a fuoco delle cause profonde della bocciatura all’inizio degli anni ‘2000 dei Referendum costituzionali e la consapevolezza degli errori commessi nel 2008/2009 nel fronteggiare la crisi finanziaria internazionale, la comprensione delle ragioni che hanno mosso il Presidente francese Macron ad ipotizzare il sostegno militare diretto all’Ucraina dentro il suo territorio, una maggiore informazione o meglio un aggiornamento dei paradigmi interpretativi della ‘lotta di classe in Europa’ che oggi si manifesta nel conflitto che ha per protagonisti le crescenti masse di immigrati sfruttati e marginalizzati.

Riteniamo inoltre opportuno sottolineare due riflessioni peculiari sulle quali si sono soffermati i partecipanti alla tavola rotonda:

  1. avere chiaro che in tutta la progettualità per il rafforzamento dell’integrazione europea la parola chiave è ‘riformismo’ e che esso significa riuscire ad attuare una strategia di avanzamento progressivo per il raggiungimento degli obiettivi, considerarlo uno strumento ed un metodo con cui muoversi. Ed a tal fine è fondamentale puntare sull’istruzione all’interno di un ‘disegno a tiro lungo’ che prevede, naturalmente, la riforma dei Trattati europei.
  2. Bisogna convincersi a tutti i livelli, che per legittimare e rendere praticabile tale progettualità è necessario fare i conti con la facilitazione dell’accesso dei Cittadini all’informazione e comprensione dei programmi promossi dall’Unione europea, il loro impatto in termini di numeri, costi & benefici: vedi per esempio la situazione paradossale della effettiva destinazione dei Fondi per l’Agricoltura .

E tutto ciò richiama un fattore cruciale, che oltretutto sarà decisivo nell’orientamento del voto alle prossime elezioni: il linguaggio con cui intercettare ed orientare i sentimenti espressi dall’opinione pubblica, a partire dalla considerazione che nell’ambito della popolazione coinvolta esiste una stratificazione di interessi, di ‘voci’ forti e deboli, di condizioni sociali fortemente differenziale.

E’ infine particolarmente interessante rilevare che i rappresentanti delle Forze politiche, moderati da Giuseppe Toscano (PSI Vicenza): Giacomo Bovolenta (italia Viva), Giovanni Faverin (Azione), Vincenzo Vozza (Radicali), Andrea Comberlato (Federazione giovani socialisti), Paolo Trovato (Associazione Socialista Liberale), Nicola Favaro (Partito Democratico) Corrado Cortese (+Europa), Luca Bonarrigo (Volt), hanno dato prova, in tempi ristretti e rispettati, di una competenza e di una capacità di interazione tali da far emergere il desiderio e la disponibilità a dare continuità ad un metodo di lavoro unitario e proficuo anche in previsione dei numerosi ed impegnativi appuntamenti delle imminenti elezioni amministrative locali e regionale.

Un metodologia da consolidare

Non casualmente quindi, Riccardo Mortandello, Sindaco di Montegrotto Terme, tirando rapidamente e visibilmente soddisfatto le conclusioni dei lavori, ha auspicato che le convergenze registrate relativamente ai giudizi ed ai programmi per le elezioni europee, diventino una piattaforma condivisa per proseguire il confronto e la collaborazione nei territori, avendo ben presente che tale metodologia può e deve diventare una leva preziosa per prepararsi a cimentarsi unitariamente per la scadenza delle elezioni amministrative prossime e regionali del 2025.

Non occorre sottolineare il clima cordiale, il rispetto delle posizioni, l’ascolto reciproco tra i partecipanti, la convergenza pur nella diversità dei punti di vista espressi: ebbene, tutto ciò costituisce una risorsa preziosa che il Giornale del Veneto si propone di preservare ed implementare dando continuità sia al dibattito avviato sulle Elezioni europee che alle iniziative in corso per predisporre i programmi ed alleanze delle Forze politiche in campo.