A proposito del duello Biden & Trump

di Carlo Fei

Si sta delineando sempre di più lo scenario delle elezioni del presidente USA.

Amici americani lamentano una campagna denigratoria nei confronti di Biden anche in Europa volta a dimenticare i risultati che ha ottenuto sia in politica interna che estera. E accusano che tutto questo accanimento sulla sua anzianità sarà la causa della proclamazione di Trump. Mi sono permesso di rispondere che a proposito di Biden, no, non è la campagna dei suoi detrattori che insistono sui suoi imbarazzanti segni dell’età, anziché elencare i meriti della sua politica interna ottenuti durante il suo mandato, che spostano verso Trump il consenso. È la totale mancanza di visione del futuro e di marketing politico dei Democratici che sta portando Trump alla vittoria.

Mi spiego.
Se è incontrovertibile che Biden si porti a casa un track record di tutto rispetto (*) esistono fatti oggettivi che sono motivo di legittima preoccupazione degli americani e, di conseguenza, di noi europei.
Biden è molto anziano e lo mostra sempre di più. E non diventerà più giovane da qui al 2029. Logorato da quattro anni intensi con sovrapposizione di elementi imprevedibili che hanno disorientato ogni scenario globale possibile, ha lavorato bene ed in modo (quasi sempre) oculato prendendo molte scelte corrette e poche sbagliate. Inflazione, guerre, Cina, Russia, Medio Oriente, Corea del Nord, complessità della situazione nazionale (meno visibile agli occhi del resto del mondo) hanno caratterizzato un quadriennio difficile.

Internamente però i prezzi alle stelle (a cui ha probabilmente contribuito anche la politica di stimolo economico in periodo pandemia di Trump), una situazione sociale negli stati democratici tesa (leggi homeless), il politically correct autolesionista a cui è stato dato uno spazio eccessivo, rappresentano comunque elementi che stanno portando gli USA ad una polarizzazione sempre più marcata che non lascia spazio a visioni equilibrate.

Elencare i risultati comunque lusinghieri ottenuti fino ad oggi come contrapposizione argomentativa al fatto oggettivo che sia vecchio e preoccupi, quasi sognando che nei prossimi quattro anni non invecchierà ulteriormente, rappresenta una posizione ingenua nel migliore dei casi o miope e faziosa nel peggiore, che sottolinea l’assurda posizione arroccata che i Democratici hanno assunto pensando che il problema non esista solo perché non lo si affronta.

Crediamo invece che lavorare sodo su una figura credibile e strutturata del vice presidente chiedendo alla signora KH di fare un passo indietro, dopo la collezione di gaffes e comportamenti inadeguati assunti negli anni di vicepresidenza, rassicurando il mondo (non solo gli americani) che Biden al momento opportuno verrebbe supportato o sostituito da una figura solida e capace, sarebbe stata l’unica cosa sensata da fare per disinnescare i legittimi timori sui rischi di inadeguatezza, per rassicurare gli elettori (e il mondo) che anche il piano B è di primissimo livello e per creare i presupposti per un seguito democratico anche al prossimo giro di elezioni presidenziali.

Va detto che dalla questione del Vicepresidente per la verità non è immune neppure Trump. Considerata la quasi certezza che la sfida sarà tra Biden e Trump il prossimo presidente sarà sicuramente il più anziano della storia e così anche il VP sarà, virtualmente, il più rilevante della storia; ma di questo, se T. verrà confermato, è probabile che i repubblicani giocheranno meglio le loro carte.

E infine, dal punto di vista di mktg politico vale la regola generale che contrapporsi ad una posizione di timore (di qualunque cosa si tratti) con argomentazioni finalizzate a gettare discredito alle perplessità della audience che si vuole convincere, non funziona al bar con l’amico (si litiga alzando la voce ma nessuno si convince dell’opinione dell’altro) e, allo stesso modo, non funziona nemmeno nel grande mondo del mktg in qualsiasi mercato si operi.
È invece pacifico che se si ha un cliente preoccupato, per ridurre la sua apprensione non gli si dice che è un idiota a preoccuparsi ma lo rassicura legittimando il suo pensiero ed offrendo una soluzione che lo porti (non lo forzi) a condividere la soluzione convincente.

Ma la verità è che questa soluzione convincente i democratici non l’hanno. Ammalati dello stesso virus dei repubblicani, sono intrappolati nella mancanza di alternative equilibrate, moderate e rassicuranti. Divisi al loro interno perché arroccati su posizioni radicali, mancano della consapevolezza che solo attraverso il cambio di approccio che esca dal campo della divisione e abbracci quello della convergenza di sintesi si può costruire un consenso equilibrato ma allo stesso tempo solido e capace di dare risposte.

E così tutto resta immutato con gli americani costretti a votare tra un Trump egotista maniaco sovranista da una parte e un Biden ormai visibilmente stanco lanciato dall’aereo delle elezioni, e di un secondo mandato lungo e faticoso, senza paracadute.

Assumere una posizione che ascolti le preoccupazioni del mondo invece di ridicolizzarle, correndo ai ripari con soluzioni rassicuranti, sarebbe l’unico modo per dare a Biden e ai democratici una possibilità di vittoria. Ma così non sembra essere nelle corde di un mondo politico che non ascolta i segnali per comprendere ciò che accade, per prevenire o mitigarne gli infausti effetti ma preferisce urlare contro la fazione avversaria in un loop che non permetterà di evitare l’iceberg ma solo di dare la colpa all’avversario. Mentre insieme si cola a picco.

Le conseguenze della elezione di Trump potrebbero essere molto dirompenti negli equilibri dei piani europei. A cominciare dalla faccenda NATO e dalla difesa ad est. Ma questa è un’altra storia.

Parere personale.


sintesi di alcuni dei risultati conseguiti da Biden in politica nazionale durante il suo mandato

CRESCITA ECONOMICA: la crescita del PIL durante la sua presidenza Biden è stata del +22% contro il +14% conseguito da Trump nel mandato precedente; ricordiamo che il PIL si calcola Y=C+I+G+(X-M). Il mercato azionario ha invece performato meglio con Trump: tasso di crescita medio S&P con Biden 8,3% contro 15,8% di Trump.

SALARI: con Trump i salari reali sono aumentati sensibilmente; tuttavia, il dato è inquinato dalla perdita di lavoro di molta manodopera non qualificata. Con Biden i salari nominali sono aumentati ma non hanno tenuto il passo dell’inflazione.

INFRASTRUTTURE: Biden ha firmato un disegno di legge da 1.000 miliardi di dollari per riparare/ammodernare le strade, corsi d’acqua, ponti e ferrovie e portare Internet ad alta velocità nelle comunità rurali. Questo investimento riguarda anche i fondi per il trasporto pubblico e gli aeroporti, i veicoli elettrici e i trasporti pubblici a basse emissioni, le infrastrutture elettriche e l’acqua potabile.

OCCUPAZIONE: L’amministrazione Biden ha portato il tasso di disoccupazione a un minimo del 3,5%, eguagliando il tasso più basso prima della pandemia (ora è salito al 3,8%) ed ha aggiunto 13,2 milioni di posti di lavoro da quando è entrata in carica, recuperando tutti i posti di lavoro persi all’inizio della pandemia di COVID.

WELFARE: Biden ha firmato l’Inflation Reduction Act, rendendo i piani di assicurazione sanitaria più accessibili, abbassando i costi dei farmaci, impedendo a milioni di americani di perdere la loro assicurazione Affordable Care Act e richiedendo a Medicare di negoziare il costo di 10 farmaci da prescrizione ad alto costo.

Reference:
Greenfield Recorder: My Turn: Biden’s record and accomplishments are extremely positive
La voce.info: Se Trump torna alla Casa Bianca