“Ragioniamoci sopra”: 13 annotazioni critiche sul libro di Luca Zaia

Riflessioni di Dino Bertocco a margine di una lettura attenta ed interessata


Dalla lettura attenta ed interessata del libro di Luca Zaia “Ragioniamoci sopra. Dalla pandemia all’autonomia” pubblicato da Marsilio editore (novembre 2021) sono emerse le seguenti riflessioni che ho sviluppato in 13 punti.

  1. Una confessione sincera, disarmante e preoccupante

Tutt’oggi dormo due o tre ore per notta; l’insonnia e, mio malgrado, una comagna che mi attende puntuale al calar della sera. Nei momenti di stasi i pensieri si accavallano e continuano ad aprirsi in migliaia di ragionamenti, come in un gioco di scatole cinesi”.

Qualcuno che gli è vicino, dovrebbe aiutare il nostro Presidente che il pensiero rigoglioso e creativo è una fortuna che va coltivata basicamente nei team politici, innanziutto, e poi istituzionali, profesionali, scientifici per non diventare prigionieri di quello che può diventare un disturbo ossessivo compulsivo: la sincera ‘autoanalisi’ deve essere il primo passo per comprendere, soprattutto da parte di chi gli vuole bene davvero, che è la gestione solitudinaria del potere e l’immaginarsi ‘Governatore’ al di sopra di strutture con cui le funzioni politico-istituzionali debbono essere condivise, il virus più pericoloso da estirpare.

  1. Il ‘cigno nero’ è entrato in Veneto inaspettatamente

Istituendo tempestivamente l’unità di crisi, ricordo la sensazione di trovarmi di fronte a una squadra dotata di un’oggettiva preparazione, con piani, dati e proiezioni alla mano, ma onestamente non ho memoria di un particolare pathos, o di ansie che facessero presagire quanto sarebbe successo di lì a poco”.

In questa affermazione non possiamo non rilevare due aspetti che fanno riflettere: la gravità della pandemia incipiente non viene prevista e ciononostante, con pragmatismo e tempestività l’Unità di crisi è stata istituita. Per il futuro questo approccio non può assolutamente essere considerato né prudente e tantomeno sufficiente, perché un Ente pubblico come la Regione deve essere attrezzata per non subire e preparata strutturalmente al ‘Governo dell’inatteso’ (vedi Giovanni Tonella sulla Rivista Foedus n. 38/2014, pp 35-43).

  1. Una concezione generosa ed ingenua dell’informazione

Trasparenza per me significa metterci l’anima, il cuore e la faccia. I cittadini dovevano essere informati sull’importanza e sulle ricadute delle scelte compiute in una simile situazioe e avevano il diritto di essere messi al corrente

Questa convinzione profonda è la molla che ha spinto Luca Zaia alla ‘diretta permanente’ dallo Studio improvvisato di Porto Marghera, con effetti sulla reale informazione e consapevolezza dell’opinione pubblica che andrebbero indagati non con il pregiudizio politico, bensì con la metrica della comunicazione istituzionale che è una scienza che prevede l’adozione di metodologie, srumenti e soggetti con visione ed obiettivi ben più efficaci e penetranti per una cittadinanza attivata e partecipe, non destinataria passiva di messaggi che, con tutta la buona volontà del Presidente (diventato non casualemte bersaglio comico di Maurizio Crozza) di natura volontaristica, politica, sicuramente congrui per allargare la followship. La conferma la si è avuta con la nascita, fenomeno unico in Italia, del Gruppo Facebook ‘Le Tose di Zaia’.

  1. Il messaggio forte che con il libro Luca Zaia si propone di lanciare

Senza alcuna presunzione, più che dare un’analisi, esporrò le riflessioni che mi hanno portato a formulare una domanda: veramente il punto di partenza deve essere l’amministratore di turno, la novità di turno, la riforma di turno? Oppure la vera riforma delle riforme, quella di cui questo paese ha realmente bisogno, è una riforma culturale?”.

C’è quasi da trasecolare nel riscontrare la ‘beata ingenuità’ del Presidente del Veneto, la sua terzietà di fronte a protagonisti e processi politici di cui è parte, ma che sente come insufficienti e transitori rispetto alla domanda di cambiamenti profondi che attendono il Paese. Bisogna però dargli atto che porsi l’interrogativo è già un atto di coraggio che si è tradotto in una riflessione di ampio respiro, operando una discontinuità netta, persino provocatoria, con la vulgata del suo stesso Partito ed in particolare, seppur in modo implicito, con il suo verboso e velleitario Segretario.

  1. La conferma del messaggio la troviamo in un altro passaggio chiave, che presenta un’ambiguità che sarà chiarita solo dalle scelte dell’autore

Il percorso della mia attività strettamente partitica è stato molto breve, perché subito dopo sono arrivati gli incarichi di assessore e quelli al vertice di amministrazioni pubbliche. Forse per questo, come ripeto spesso, non mi sento un politico, tutt’altro. Preferisco il termine “amministratore” che trovo più corretto, oltre che più adatto a riassumere il mio impegno

Ci sono dissimulazione e verità in tali parole, un orgoglio identitario, ma anche una scelta molto avveduta per scivolare oltre le linee della competizione interna alla Lega, implementare la propria reputazione, evitando di ‘impaludarsi’ nel fango della polemica politica interna ed esterna al Partito e stabilendo un rapporto gratificante e legittimante con l’opinione pubblica che, non casualmente, continua ad accreditargli una stima elevatissima, che misurata con i criteri del Sole 24 Ore lo pongono al vertice dei Presidente di Regione. E tu chiamalo Amministratore uno così!

  1. Uno non vale uno e la scoperta dell’acqua calda

Si pensi, per esempio, ai “leoni da tastiera”, quei soggetti che dietro allo schermo di un computer, uno smartphone o un tablet perdono il controllo e ogni orma di decenza, sconfinando nell’aggressività, o addirittura nell’odio, danneggiando non solo il valore del confronto tra le persone ma tutto ciò che la comunicazione rappresenta nei rapporti umani

Come non condividere e sottoscrivere questa analisi sulla violenza scaturita dall’uso distorto dei social media!

E’ un vero peccato che Luca Zaia non indichi come tra i maggiori responsabili di una lunga stagione di ‘aggressività, o addirittura odio’ la coppia più famosa ed esperta nella pratica del linguaggio volgare, dell’incitazione dei ‘leoni da tastiera’ all’uso di offese infamanti ed attacchi preventivi, con un’attività diffamatoria sistematica e talmente popolare da avere consentito alla Lega Nazionale guidata da Matteo Salvini di diventare (temporaneamente) il primo partito. Non mi sento di aggiungere commenti ulteriori per non imbarazzare lo sprovveduto ghost writer del Presidente.

  1. Un problema vero: l’educazione digitale, a partire dalle scuole:

Tutto in una piazza virtuale che, a differenza della vera agorà greca, non ha regole, facilitando l’acquisizione di notizie false o l’adesione a cause ‘pilotate’. (….) Non è accettabile che l’opinione pubblica non possa essere tutelata a fronte della diffusione di notizie non vere, a volte allarmanti ed in grado di creare scompiglio sociale. (….) E’ la scuola il banco di prova per garantire il corretto utilizzo di uno strumenti istantaneo e dagli effetti esponenziali come la rete

Anche in questo caso esprimo la mia totale adesione al suggerimento operativo testo richiamato.

Anzi, aggiungo che un Progetto organico di educazione civica alla cittadinanza digitale ha costituito un fiore all’occhiello del Veneto, attraverso un’iniziativa finanziata dal Consiglio Generale che, ohibò, si è interrotta con l’arrivo alla Presidenza proprio di Luca Zaia: sembra incredibile vero? Ma è relativamente facile accertarlo: basta andare a leggersi la pubblicazione che ne illustra compiutamene e con una ricca galleria di immagini, le attività e le esperienze didattiche innovative di media education diffuse in tutte le Scuole Superiori della Regione.

https://www.ibs.it/onda-di-civil-life-libro-vari/e/9788831708432?lgw_code=1122-B9788831708432&gclid=Cj0KCQiAtJeNBhCVARIsANJUJ2GkRdd00s-9Rx6Vmu3TFhRefiRH-v-eNmG6HId7rql823is8V7vdGMaAgL3EALw_wcB

  1. La Natura ingovernabile? Argomenti suggestivi per l’alibi perfetto ed ipocrita:

Un progetto che è stato avviato con tempestività e ampliato fino a raggiungere il valore di oltre 3 miliardi. Si tratta di un lavoro di ampio respiro per la radicale messa in sicurezza idrogeologica del Veneto che sta proseguendo alacremente”.

Questa programmazione di interventi sul territorio devastato dalle alluvioni è sicuramente meritoria, ma…..riparatoria! E’ questo lo snodo centrale di tutto il ragionamento sui cui il Presidente del Veneto deve smettere di arrampicarsi sugli specchi del fantasioso fatalismo rintracciabile nel testo che riportiamo di seguito:

Certamente queste esperienze vissute in prima persona mi hanno confermato nella convinzione che sia necessario intervenire quando e dove è possibile, ma questa sarebbe una verità monca se non prendessimo atto che i cambiamenti climatici e geologici sono nell’ordine delle cose. Immaginare o, ancor peggio, lasciar passare l’idea che l’uomo possa opporsi in modo risolutivo e definitivo a questi fenomeni è pericoloso e non ci aiuta a crescere come comunità

Qui il ‘ragazzo di Bibiano’ esprime il massimo del senso comune ed il leader politico (che è diventato) espone una tesi che costituisce un subdolo negazionismo.

Cominceremo con un ‘consiglio pedagogico’ (che coinvolge anche il suo ghost writer – un po’ troppo superficiale ed accondiscendente che il pensiero un po’ primitivo e veterocomunitarista del suo committente): Presidente, innanzitutto si legga gli atti di Cop 26 tenutosi a Glasgow nei giorni scorsi!

Fatto? Bene, ora si faccia redigere dai suoi Assessori e dai loro Segretari Generali, un Rapporto sintetico ma esaustivo dei maggiori guai della nostra Terra veneta (in termini di inquinamento, devastazione ambientale – talvolta irreversibile -, compromissione delle risorse naturali) che sono stati causati non dalla ‘Natura ingovernabile’, bensì dal mancato Governo ed intervento da parte degli uomini veneti (lei compreso) che hanno finora ricoperto responsabilità di intervento e prevenzione, senza esercitarla, dimenticandosene o, peggio, accettando compromessi e corruzione con i soggetti economici interessati a ricavare vantaggi con l’uso speculativo delle risorse naturali.

Le indico anche alcuni titoli che hanno a che fare con i ‘record’ non propriamente decorosi per il Veneto (che infatti lei non cita mai):

  • Avvelenamento dell’aria da Pm10.
  • Avvelenamento dell’acqua da pesticidi, fitofarmaci, antiparassitari (che per esempio, attraverso il percolato) scendono dalle Colline del Prosecco verso la Laguna di Venezia, per unire simbolicamente due siti Unesco).
  • Tragedia annunciata e devastante a lungo termine dei Pfas.
  • Cementificazione storica e persistente (concausa degli squilibri idrogeologici di cui sopra).
  • Stock di migliaia di siti inquinati, che costituiscono la pesante eredità di uno sviluppo industriale s-goveranto.

Di tutto ciò, in ogni caso, può farsi un’idea precisa, concreta e circostanziata, leggendo i Rapporti dell’ARPAV, di cui immagino lei conoscerà il ruolo istituzionale e l’attività di ricerca.

https://www.arpa.veneto.it/arpavinforma/pubblicazioni/rapporto-sullo-stato-dellambiente-del-veneto-anno-2020

  1. L’emigrazione dei veneti, in particolare dei giovani? Un fenomeno ignorato, disconosciuto ed ora mal interpretato

E’ inaccettabile il pensiero di perdere una delle parti migliori della società. La nostra comunità, infatti, rischia di rimanere priva di quei professionisti che, una volta formati, scelgono di stabilirsi in altri paesi, o di quelli che, dopo aver completato all’estero il loro percorso di istruzione, si fermano là anziché riportare a case le capacità acquisite”.

Il flusso ininterrotto dei giovani veneti emigranti costituisce un tarlo micidiale sul legno dello sviluppo regionale, contemporaneamente un alert sul deficit strutturale di qualità, opportunità ed innovazione disincentivante la permanenza ed un fattore di indebolimento che può e deve essere affrontato con un aggiornamento straordinario di tutto il complesso delle politiche pubbliche di cui l’Ente Regione ha piena facoltà.

Una tale situazione dovrebbe far riflettere un Presidente leghista il cui successo elettorale e di riconoscimenti è stato suggellato nel corso del decennio 2010/2020, anche in ragione dell’aggressiva campagna contro gli immigrati nello stesso periodo in cui, secondo i dati di Fondazione Moressa e di Fondazione Migrantes, avveniva un vero e proprio esodo di giovani diplomati e laureati alla ricerca di migliori opportunità, quelle che non intravvedono più nella loro terra.

Anche nel caso di questa realtà sociale drammatica che va correlata al coevo progressivo declino demografiche, le ‘storielle’ di Luca Zaia (l’ultima sentita quella di un suo giovane valente collaboratore migrato perché alla ricerca di esperienze ‘originali) stanno diventando stucchevoli e segno di una colpevole incapacità di comprenderne le effettive ragioni ed approntare delle misure adeguate, quanto meno a moderarne gli effetti perniciosi.

  1. Oltre la dimensione della followship, un Presidente alla ricerca di un rapporto empatico

Ricordo, poi, un momento, durante l’emergenza contro il Covvid, in cui sono arrivato a desiderare che i cittadini potessero leggere nella mia mente. Era febbraio 2021 quando, durante il punto stampa quotidiano, a una domanda specifica ho replicato che la Regione del Veneto aveva ricevuto delle offerte per acquistare dosi di vaccino sul libero mercato, come accaduto ad altre Regioni.”.

Qui siamo alla trasmigrazione della Politica nel Metaverso di Mark Zuckerberg, una sorta di sogno di un Presidente che rischia di diventare incubo ed allucinazione per i cittadini: immaginateli nel momento in cui si fossero ‘sintonizzati’ ed il nostro protagonista della realtà virtuale era intento a fantasticare sui topi mangiati dai cinesi che generavano il Covid-19, oppure che congetturava con gli agenti di Putin per realizzare prima di tutti (anche del concorrente diretto in fantasia, ovvero Vincenzo De Luca) un favoloso contratto per la fornitura del vaccino (ciofeca) Sputnik!

Passiamo oltre, per carità!

  1. Gli esperti con-correnti in visibilità

Non accetterei mai di generalizzare, ma alcune contraddizioni da parte degli esperti sono state oggettive. Una constatazione che, come ha sfiorato me, penso abbia fatto breccia nelle menti dei cittadini e chissà quanti si sono convinti – spero erroneamente – di aver avuto davanti personaggi più interessati alle luci della ribalta che a informare la popolazione

La questione degli esperti e del loro rapporto con l’informazione va posta ed è all’ordine del giorno sin dall’incipit della Pandemia, ma così è malposta e rischia di essere interpretata malevolmente: qualcuno ricorda la tensione irritante che ha caratterizzato il rapporto tra il Politico (Zaia) e l’Esperto (Crisanti) che ha avvelenato e distorto il flusso della comunicazione istituzionale?.

Molto meglio focalizzarsi sulla domanda dei cittadini e valutarne le conseguenze.

  1. La fake di tutte le battaglie, perdute e perdenti

Se in Veneto la invochiamo, non è semplicemente per ottenere più risorse, sebbene i cittadini abbiano il sacrosanto diritto a una riposta quando chiedono di capire come mai alla loro regione spetta un residuo fiscale – la differenza tra le entrate prelevate da un territorio e le risorse impiegate nello stesso – di 15.458 milioni di euro su 71.843 versati”.

A leggere queste banalità e falsificazione della realtà cadono le braccia nel constatare il livello infimo di conoscenza dei meccanismi della Spesa pubblica e della l Finanza territoriale, a parte di un Presidente di Regione per molti altri versi preparato ed impegnato a studiare i molteplici dossier che implicano le scelte strategiche di sviluppo, che trovano un giusto spazio nel libro.

Non vogliamo in questa succinta raccolta di annotazioni a margine della lettura dei testi, replicare con la cospicua documentazione raccolta in occasione del Referendum farlocco del 2017: ci affidiamo alla valutazione critica di quanti leggeranno il libro stesso e questa recensione, di osservare la Tabella pubblicata di seguito, estratta da una relazione del prof Gianfranco Cerea.

Elaborata per smontare i dati e le analisi che hanno fatto da sostegno al progetto similindipendentista ed isolazionista del Presidente Zaia: da essa traspare la discrasia tra il presunto residuo fiscale invocato ed il saldo negativo del Bilancio dello Stato: curioso no?

L’AUTONOMIA (VA) PRESA SUL SERIO.

(Veri) Profili finanziari e procedurali alla base di una maggiore autonomia regionale in Veneto – Gianfranco Cerea

  1. Per concludere in armonia, sottoscriviamo e trascriviamo due affermazioni contenute nella parte finale del libro

Oggi come oggi c’è il rischio che l’obiettivo dominante sia formare dei perfetti consumatori, piuttosto che dei buoni cittadini. La maggior parte dei messaggi sociali che investono tutti noi, infatti, sono volti più a favorire un sistema di consumi che a formare una cittadinanza responsabile”.

Credo che l’istituzione di un servizio sociale che coinvolga i ragazzi sia una bella sfida per il nostro futuro, un progetto che può contribuire a preservarci dall’individualismo, basato sul concetto di solidarietà, che si traduce poi nel dare valore al senso di coesione e di identità

Dino Bertocco