La transizione italiana possibile. L’opinione di Sabino Cassese

Dalle pagine de “Il Foglio” Sabino Cassese ragiona sulla transizione italiana possibile dopo la crisi di governo dell’agosto 2019. E’ necessario superare il senso del declino evidenziato dalla compresenza contraddittoria di segni di sviluppo istituzionale e di crisi.

La crisi dell’agosto 2019 segna una nuova transizione? Vogliamo parlarne uscendo dalla cronaca contingente, guardando le transizioni da lontano?

Sabino Cassese: “Potrei risponderle con Croce che tutta la storia è una transizione. Ma non si può ignorare che la storia italiana è segnata da transizioni più frequenti, almeno al livello degli epifenomeni. Ricordo le riflessioni degli studiosi inglesi e americani sulla transizione della fine degli anni ’70 dello scorso secolo, quelle della bella rivista inglese “West European Politics”, allora co-diretta da quel fine storico e politologo che era Vincent Wright, nel numero dedicato proprio a “Italy in Transition” (ottobre 1979, vol. 2, n. 3) e quelle di P. Lange e S. Tarrow nel volume “Italy in Transition. Conflict and Consensus”, London, Frank Cass, 1980. Sidney Tarrow, in particolare, osservava la presenza contraddittoria di segni di sviluppo istituzionale e di crisi. Questa è la chiave per capire quel che accade nei momenti di svolta, gli aspetti positivi e quelli negativi, e la loro reciproca interazione.

Ciò non toglie, però, che i governi passano, ed anche le crisi, e rimangano stili, costumi, consuetudini”.

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titolo originale: La transizione italiana possibile. La presenza contraddittoria di segni di sviluppo istituzionale e di crisi. Bisogna superare il “senso del declino”. Parla Cassese
autore: @Redazione intervista Sabino Cassese (10 agosto 2019)

fonte: Il Foglio