12 milioni di baionette, pardon di vaccini: tanti ne cercava Zaia. Cronistoria di una ritirata ben coperta dai soliti silenziatori mediatici
Eravamo in pensiero. Vuoi vedere – ci domandavamo insonni e un po’ affranti – che stavolta è stato beccato in castagna e il Coro della Montagna Incantata del media mainstream ha dovuto ammettere, ebbene sì, che il Re è nudo? Sulla faccenduola delle 12 milioni di dosi di vaccino cercate (o non cercate, questo è il dilemma) da Zaia in splendida autonomia (quant’è bella autonomia, che tutti i guai porta via), la retromarcia causa indagine dei Nas ci aveva messo in crisi nelle nostre granitiche certezze. Sua Perfezione il Governatore pareva proprio averla cannata, e anche il più efficiente degli zaiani mai a riposo avrebbe potuto rischiare di adombrare un dubbietto sulla sua condotta. Ma niente paura, amici: la fedeltà al motto “Zaia ha sempre ragione” è inscalfibile, resiste pure alle inchieste del procuratore perugino Raffaele Cantone (ex presidente dell’Anti-corruzione) e alle giravolte verbali dell’Incommensurabile nell’arco di appena 24 ore scarse.
Papetti defensor fidei
Nonostante lo scudo anti-missilistico scattato a difesa dell’Immarcescibile, c’è stato perfino qualche lettore semplice, per dir così, che si è avveduto che qualcosa non tornava. Il 21 febbraio il signor Maurizio Busatta scrive al direttore del Gazzettino, Roberto Papetti: “Mercoledì 3 febbraio: «Zaia: Andiamoci a comprare i vaccini sul mercato». Martedì 9 febbraio: «Caccia ai vaccini (con sconto), 1 milione di dosi per il Veneto». Sabato 13 febbraio: «Il Veneto chiede ad Aifa l’ok per 4 milioni (di dosi)». Mercoledì 17 febbraio: «Zaia: Aspetto l’ok per i vaccini». A me sembra che tutte le notizie (o meglio gli annunci!) di cui sopra da parte di Zaia siano in contraddizione con la sua segnalazione ai Nas che sarebbe avvenuta il 12 febbraio, ma annunciata il 19, dopo un’escalation di prese di posizione che lo invitavano ad essere prudente e a fronte dell’iniziativa (fra le altre) della Procura di Perugia”. Il Busatta, non peregrinamente, si dice “allibito”. Pfui, sciocchezze, gli ribatte Papetti: “credo che non si debba confondere la causa con l’effetto. All’origine di tutta questa vicenda c’è infatti un problema: gli errori clamorosi commessi dalla Ue nell’approvvigionamento dei vaccini. Errori ammessi chiaramente anche dalla presidente della Commissione europea. Come conseguenza ai singoli Paesi, e alle Regioni a cui compete l’organizzazione dei piani di vaccinazione, sono stati consegnate molte meno dosi rispetto a quelle previste”. Per questo Zaia si è mosso, e in compagnia di altri presidenti di Regione (ognuno per conto suo, però). Zaia, del resto, ha anche informato i Nas dei Carabinieri “dell’esistenza di queste offerte in modo che, se lo avessero ritenuto opportuno, potevano fare le verifiche necessarie. Questo è quanto”. Anzi no, aggiunta: “i documenti sequestrati non fanno emergere alcun contatto con il Veneto”. Tiè, ciapa qua, Busatta.
Luca uno e bino
Ma ci avrà mica ragione il Busatta, invece? No, perchè qua i fatti incontestabili, almeno a oggi, sono i seguenti: 1) il 5 febbraio il dg della sanità umbra Claudio Dario (ex direttore delle Ulss di Treviso e Padova, da cui pare abbia traslocato non lasciandosi esattamente in idilliaci rapporti con l’allora numero uno dell’Azienda Zero, Domenico Mantoan, e con lo stesso Zaia) ha segnalato ai Nas la tentata truffa da parte di un sedicente intermediario, e il Veneto c’entrerebbe perchè una delle venti offerte inviate qui potrebbe essere partita da costui, tanto che il successore di Mantoan, Luciano Flor, è stato ore assieme ai Nas per mostrar loro le carte; 2) il 18 febbraio, Zaia dichiara: “Io non so chi siano questi signori, non ho nemmeno visto i contratti, se ne occupa il dg della Sanità, Luciano Flor”; 3) il 19 febbraio, dopo che al mattino è uscita la notizia che all’origine dell’accertamento è la denuncia di Dario (“Il presunto intermediario ha contattato prima la Protezione Civile e poi il Servizio farmaceutico, che me lo ha riferito. Non ho volute nemmeno entrare nel merito e l’ho segnalato ai Nas”, Corriere del Veneto) Zaia, smentendo lo Zaia del giorno prima che sembrava non saperne nulla, afferma serafico: “Sono stato io a chiedere di scrivere ai Nas. L’ho fatto il 12 febbraio attraverso Flor”. Resta dunque da capire, magari con la divinazione, analizzando il volo degli uccelli, come mai l’Incriticabile non abbia rivelato al mondo di aver mosso l’Arma prima della deflagrazione del caso, cioè prima del 18 febbraio.
Dall’Umbria con ardore
La chicca, tuttavia, è un’altra. Assessore umbro alla salute è l’ex assessore veneto alla salute (fino al 2018), il leghista veronese Luca Coletto. Questi si affretta, con tempestiva intervista a L’Arena del 20 febbraio, a togliere le castagne dal fuoco al suo ex superiore Zaia. Perchè sì, d’accordo, “è partito tutto da Perugia” (non dal Veneto, quindi) ma non si sta parlando degli stessi personaggi: “No, no. Assolutamente no. Il presidente Zaia quando fa le cose prende le misure e le contromisure. Si è fatto avanti con noi un personaggio solo, già segnalato e individuato. Ci pensano i Nas. Le due cose non c’entrano assolutamente nulla. Il Veneto sta facendo tutto alla luce del sole; ha informato Aifa e il commissario Arcuri. Conoscendo Zaia, sono certo che ha fatto tutto in modo chiaro e trasparente. Non ho dubbi”. Infatti, come è possibile nutrire dubbi con questo po’ po’ di accadimenti cadenzati in cronaca? Com’è mai possibile che c’entri qualcosa il Veneto, benchè i Nas si siano mossi anche e proprio in Veneto, sentendo Flor? Sarà una coincidenza.
Chi cerca non trova
Ma poi, Zaia o Flor che sia (aridanghete con la storia che “ci pensano i tecnici”: i tecnici rispondono al vertice politico, altrimenti elegeremmo direttamente il capo della sanità, no?), l’interrogativo rimane: il Veneto ha cercato o no sua sponte i broker sul mercato parallelo a quello delle trattative esclusive fra Stati e aziende farmaceutiche? L’Infallibile ha detto e ripetuto di no, no e no. Ieri, invece, come fa notare solitario, se non ci sbagliamo, il Mattino odierno, una mezza ammissione gli è scappata: gli operatori privati hanno solo “suonato alla nostra porta, ma anche noi abbiano contattato un operatore”. Urca. Però attenzione, mani avanti: “Se Flor fosse arrivato alla tappa conclusiva del negoziato, il broker non avrebbe mai visto un centesimo perché tutto questo non è possibile”. Ma come non è possibile? In che senso? Basta, qua noi ci perdiamo il sonno e la fiducia nella minima logica aristotelica, ci ritiriamo in buon ordine e preghiamo il defunto dio Po di risogere dalle acque per garantire lunga vita e prosperità all’Imbattibile e Inderogabile (per vero non tanto perchè per diventare presidente della Regione per la terza volta ha fatto inserire una deroga nello Statuto, ma queste son quisquilie e pinzillacchere).
PS: ieri, a insistere per ottenere un minimo sindacale di chiarezza e coerenza tra fatti e dichiarazioni, nell’abituale conferenza stampa al cloroformio, ci è voluta la giornalista di Piazza Pulita, la trasmissione di Corrado Formigli su La 7. Ma guarda un po’ se devono venire i foresti, a porre domande al nostro Leader Supremo. Che villani.