Un aiuto per Venezia per facilitare la rinascita democratica. Una petizione per la gestione operativa del Mose

Come promuovere le capacità sociali di adattamento e plasticità per il benessere dei cittadini e del sistema Paese.

Lettera di Giovanni Cecconi Direttore di Wigwam_Venice Resilience Lab e  International Climate Change Network con sede a Venezia inviata a:

Sabino Cassese, Salvatore Settis, Elisabetta Spitz Commissario Straordinario Mose, Ministro dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, “Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca” , Ministro dell’economia e delle finanze, Ministro per i Beni e le Attività Culturali, On. Sara Moretto dep ITALIA VIVA , “On.le Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti” Nicola Pellicani, Presidente Giunta Regionale del Veneto, Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento Coordinamento Amministrativo, Signor Sindaco del Comune di Chioggia, Signor Sindaco del Comune di Venezia , Sindaco del Comune di Cavallino Treporti , Sindaco del Comune di Jesolo, Sindaco del Comune di Mira.


Cari professori, mi rivolgo a voi per la competenza che dalla Scuola Normale Superiore di Pisa  avete sempre mostrato nella gestione della cosa pubblica e delle risorse del Paese.

Esemplari sono le vostre fondate raccomandazioni per  la governance del Recovery Fund  come occasione storica di  rigenerazione democratica del Paese partendo dalle specialità delle città d’arte come Venezia, da trattare con normale buon senso e la responsabilità dei buoni padri di famiglia.

In questi casi  condivido con voi che la creazione di posti di lavoro legati ai valori identitari  e alla speranza di futuro sia fondamentale per ricostruire una capacità sociale.

A Venezia più che altrove la civitas  muore da decenni nella totale distrazione di massa in cui si celebra l’arguzia quotidiana, per la  protezione dei privilegi con la paura, a tutti i livelli: degli individui, delle famiglie, degli innumerevoli piccoli gruppi della socialità del particolare, delle corporazioni, la confindustria, fino ai partiti politici che hanno scoperto di non avere più contatti diretti ed umani con le persone. 
E’ naturale che in questa situazione la  Pubblica Amministrazione, P.A.,  (con personale mal pagato e, in generale, sempre meno disponibile in quanto umiliato dai poteri che i privati hanno conquistato  con la corruzione e con l’ignoranza della politica) si  chiuda anch’essa nei suoi palazzi, protetta dalla intricata selva normativa, per praticare la sterile  e suicida amministrazione difensiva. 

Prova  delle nefaste conseguenze sociali ed amministrative è lo stato in cui si trova Venezia ed il Magistrato alle Acque ( che ha perso anche il nome:  degradato al livello di Provveditorato alle opere pubbliche dopo lo scoppio degli scandali) dopo trenta anni con 12 miliardi di Euro  di finanziamenti  concessi con le leggi speciali per Venezia, pressoché totalmente spesi al 90% grazie allo strapotere concesso al Consorzio Venezia Nuova, che nel passato ha finito per sostituirsi nei fatti al Magistrato alle Acque che oggi fatica a ritrovare una sua dignità ed un suo ruolo nella amministrazione del miliardo di euro per il commissioning del Mose e per la ripresa della manutenzione urbana e lagunare, con il rischio di perdere conoscenza e competenza nel passaggio del testimone alla costituenda nuova autorità lagunare ( che almeno si chiami ALMA : Autorità Lagunare magistrato alle Acque), la quale dovrà provvedere alla manutenzione della laguna e della città e alla gestione operativa del Mose con un fabbisogno minimo dell’ordine di almeno 100 milioni all’anno e massimo di 300 milioni se si ricomprende tutta l’area vasta dei comuni di gronda, del bacino scolante e della costa dando attuazione alle direttive Europee in materia di Acqua , difesa dalle mareggiate, gestione della rete natura 2000 e delle zone di protezione speciale, promozione della green economy, next generation, inclusione con  economia circolare e solidale , rinnovando così le esemplari millenarie capacita’ di adattamento che le popolazioni delle lagune costiere hanno dimostrato nei secoli.

Vengo ora al dunque della mia richiesta di aiuto. Come saprete il Mose, benché’ non ultimato, è finalmente entrato in funzione con successo  proteggendo in via transitoria  Venezia da tutte le acque alte che potrebbero superare i 130 cm ; questo è successo per ben 10 volte nel corso degli ultimi due mesi , con un unico  flop gestionale in cui il Mose non è stato azionato  (fidandosi troppo delle  previsioni, le squadre operative erano state smobilitate per l’8 dicembre, e non c’è stato tempo per richiamarle).
Questo positivo risultato, se da un lato  ha riacceso nella popolazione e nel mondo intero la fiducia nella   conservazione  del capitale Venezia ( risorse monumentali, culturali, ecologiche ed economiche di Venezia nel e per il sistema paese), dall’altro ha messo in luce le inefficienze della Pubblica Amministrazione che hanno portato a questa  situazione assurda ed  inspiegabile per il cittadino che vede il Mose funzionante,  ma  non utilizzabile  per  le acque alte più frequenti, in quanto non essendo conclusi i necessari  interventi complementari obbligatori, se si tiene la città all’asciutto sollevando il Mose si uccide l’economia portuale.

Ecco qui nel seguito la lista degli interventi complementari che mancano, come pure manca l’automazione e collaudo funzionale integrato del Mose, opere per l’inserimento territoriale, impianti e servizi definitivi per tutti gli edifici, costituzione dell’Autorita’ di gestione e manutenzione del sistema Mose: 

1. la protezione  della citta’ e di San Marco almeno sino a quota 110 cm con i previsti interventi locali, che ora giustamente si e’ deciso di realizzare per stralci in modo adattativo, ma senza quella tempestivita’ che la situazione richiede ( i la progettazione non e’ stata ordinata e i piani non sono stati finanziati per concentrarsi sul completamento del  Mose);

2. il completamento delle conche di navigazione in modo da  ridurre al minimo l’interferenza della difesa dalle acque alte  con l’attività del Porto (interferenza che sara’ sempre maggiore ora che il livello del mare e’ in continua crescita a causa del cambiamento climatico) ponendo rimedio ad un ritardo che dura da 6 anni (per diluizione delle responsabilita’ sul danno prodotto da un palese errore di progettazione);

3. la manutenzione ambientale della laguna e della costa, non piu’ praticata da  20 annui ( i finanziamenti disponibili sono stati dirottati sul completamento del Mose che comunque e’ anche esso in ritardo , per problemi di anticipi finanziari e di cassa).

Senza queste opere la città rimane per almeno altri due anni nell’assurda situazione di non poter utilizzare il Mose, condannando la città alla beffa di una opera inutilizzabile, dopo una spesa di 6 miliardi di euro, con grave discredito alla reputazione nazionale, del governo e della Pubblica Amministrazione e della capacità civica degli Italiani.

Tra le cause di questo cito quanto raramente appare sui giornali: l’indisponibilità dei finanziamenti assentiti, continui e persistenti ritardi nei finanziamenti, divisioni interne e scarsa comunicazione e collaborazione nel recuperare i finanziamenti e nel pagare le imprese, cantieri con sottoutilizzo del personale, ….

Le responsabilità di questo stato di cose sono molteplici e partono da lontano. In primo luogo la gestione accentratrice e manipolatoria del concessionario privato, voluto da pressoché’ tutti i partiti, il Consorzio Venezia Nuova, CVN, che nel primo decennio dal 1985 al 1995 ha saputo ben operare come committente delegato dallo Stato, (attraverso il  Magistrato alle Acque, Rappresentante locale ed esecutore delle Leggi speciali per Venezia nell’ambito dei poteri concessi al Ministero Lavori Pubblici), sotto la guida  del senatore avv. Luigi Zanda Loi. Il Consorzio è poi progressivamente degenerato dopo le dimissioni di Luigi Zanda nel marzo 1995,  (molto probabilmente da ricondurre  alla proposta dello stesso  Zanda di trasformare il CVN in Agenzia di rilevanza  pubblica dando piu’ forza e potere alla P.A.). 

Dal 1995 al 12 Luglio 2013 (il giorno dell’arresto del direttore presidente CVN Giovanni Mazzacurati) il comando del  CVN è  assunto  dalle imprese che hanno, da un lato allargato le maglie dei controlli e  accorciato gli iter autorizzativi  con l’aiuto dei partiti,  per facilitare la  realizzazione di una opera grande come ricavi , ma anche una grande opera per Venezia e il paese; dall’altro hanno  corrotto   la  dirigenza del Magistrato alle Acque riducendone così  le capacità ed il numero dei funzionari e dipendenti onesti,  prova ne sia che negli ultimi anni nonostante il pregevole impegno del nuovo provveditore Cinzia Zincone parte del personale del Provvediterato e’ fornito ancora in via transitoria  dal Concessionario.

Poi dal 2014  ad oggi , fine anno 2020   (dal decreto di Agosto 2014 al  decreto di Agosto 2020 e  l’insediamento del Liquidatore del CVN dott. Miani dei giorni scorsi)  abbiamo assistito impotenti per l’assenza dei partiti e dei cittadini disinformati e disorientati alla inefficiente gestione commissariale del CVN , che ha portato alla  grave disfunzione  attuale, in  una citta’, ormai sfiduciata, che  da 50 anni reclama almeno la riduzione del danno da acque alte a San Marco e ai negozi. Inoltre i Commissari spesso si sono scontrati con la P.A. locale del Provveditorato, al punto che i cittadini a buon conto hanno assunto  che fosse stato tutto commissariato: la realizzazione dell’opera, il CVN, ed anche il  Magistrato alle Acque.

Da quanto sopra potete immaginare quanto sia difficile oggi per il Provveditorato, svuotato del personale necessario, far fronte alla gestione di una spesa e dei relativi finanziamenti dell’ordine di centinaia  di milioni di euro in poco meno di un anno,  per opere complesse e indifferibili se si vuole evitare l’ira dei Veneziani e dei lavoratori portuali e dei pescatori. Infatti la scadenza è  il 1° Ottobre 2021, il mese in cui dopo l’estate ritornano le acque alte a Venezia.

Se condividete quanto esposto vi chiedo di aiutarmi nei modi che riterrete più efficaci perchè nel risolvere questa ennesima ingiuria a Venezia si gettino le basi di una rinascita sociale nazionale.

Nella allegata petizione in corso sul sito Change.org, preparata dalla mia organizzazione (Wigwam Laboratorio Venezia per la Residenza e Resilienza,  organizzazione non profit attiva dal 1972 nel Veneto e nel mondo,  per la cittadinanza attiva e  responsabile e la cura e coltivazione sostenibile e solidale  dell’ambiente)  ho cercato di fare presente il problema e lo stato di degenerazione che comporta, e uscendo dal campo di mia competenza mi sono azzardato a sperare ed immaginare che il Governo attraverso un semplice provvedimento di legge possa ridare funzione e funzionalità operativa al  Provveditorato/Magistrato alle Acque, magari con distacchi temporanei di funzionari e impiegati motivati e formati (presi magari dagli organi di indagine , supervisione e controllo come la  Corte dei Conti, Finanza e la Magistratura, che così potrebbero sperimentare il piacere del servizio reso a Venezia,  perdonatemi questa divagazione) per un anno per far fronte all’urgenza,  e poi progressivamente rimettere la funzione nelle mani della costituenda Autorità. 
A vostro avviso è possibile  mettere in atto in uno o due mesi questa misura straordinaria che permetterebbe a Venezia di provare a rinascere? Si tranquillizzerebbero le piccole  imprese concessionarie che da anni non sono pagate, si renderebbero subito disponibili 500 milioni di finanziamenti attraverso i prestiti garantiti dallo Stato, come sfaceva in passato il CVN.  Si dimostrerebbe l’impegno e la Capacità dello Stato per Venezia, Si riporterebbe speranza e posti di lavoro per residenti in questo anno terribile del protrarsi della pandemia e dei suoi effetti con una ripresa spostata alla fine del 2021.
Qualunque suggerimento o critica è gradita. 
In allegato la bozza di petizione ai membri del comitato interministeriale che diffonderò già oggi pomeriggio attraverso i giornali.
Purtroppo non sono riuscito a raggiungervi prima per telefono o via Web e di questo mi scuso.
Fatemi sapere se vi sono vie più efficaci per questa intrapresa che spero utile per Venezia e per il sistema Paese per  molti aspetti  che non sto’ a ripetervi.
Nella speranza di poter insieme contribuire con la partecipazione dei cittadini ad un rinascita democratica, Vogliate gradire  i miei più cordiali saluti ed auguri di buon anno

Giovanni Cecconi  
Direttore di Wigwam^_Venice Resilience Lab e  International Climate Change Network  S.Croce 297 Venezia  I-30135