So’ Giorgia la borgatara, sopranista della caciara

di Dino Bertocco

Pandemia sovranista: calata la carica virale di Salvini ora sta crescendo quella della Meloni.
(Intanto Verona, si sta preparando a ri-dare, dopo la parentesi Sboarina, piena visibilità e riconoscibilità al suo straordinario patrimonio di Città, aperta, solidale ed europeista)

(Prima Parte)


Innanzitutto un messaggio natalizio di comprensione e solidarietà ai concittadini elettori e simpatizzanti di Centrodestra: comprendiamo la vostra frustrante, estenuante, debilitante condizione di sconcertati osservatori del vuoto culturale che domina l’area politica che, con ammirevole abnegazione, considerate il ‘recinto’ da cui, in alcuni casi per oscure (nere) mitologie, in altre per radicate lodevoli convinzioni, insuperabile, od in ogni caso una confort zone che – ai vostri occhi – non presenta alternative.

Avete dovuto accettare-subire la progressiva uscita di scena del leader che vi ha dato l’ebbrezza di non dover soggiacere al ‘subdolo’ dominio del Centrosinistra e, seppur turandovi il naso, avete lasciato la briglia sciolta alle ‘esuberanze’ di un personaggetto milanese che con un formidabile guardaroba di felpe e con l’ausilio di un linguaggio e di una comunicazione che hanno diffuso tutto il peggio dell’armamentario ideologico di una Destra umorale (NO euro, antieuropeismo, razzismo, illegalità fiscale, ecc.) ha ottenuto un consenso tale da pretendere di guidarvi, di potervi tradire con i vostri odiati grillini, finchè, inebriato del potere acquisito è andato a spiaggiarsi in località Papeete.

In cuor vostro – anche se non avete il coraggio di confessarlo – il suo progressivo ridimensionamento elettorale e adesso, anche quello politico ad opera dei vostri Presidenti di Regione, è una sorta di liberazione che vi sta restituendo fiato e coraggio per recuperare valori, pragmatismo programmatico e legittimazione (anche in virtù delle buone performance dei vostri Ministri nel Governo Draghi).

La domanda allora sorge spontanea: è la sindrome di Stoccolma che vi impedisce di arrestare (lo so è un verbo pericoloso) sul nascere il velleitario e spocchioso tentativo della compagna di merende del fu Capitano di intestarsi la guida del Centrodestra per occupare il vuoto – dice lei – di idee e leadership che lo attanaglia?

Si lo so: dovete sciogliere il nodo della mummia di Arcore che continua – con l’ausilio di ampi strati di cerone, la costante levigatura delle rughe, iniezioni miracolistiche del prof. Zangrillo e l’amorevole accompagnamento della bambolina bionda – a ‘scendere a Roma’ per esercitare una funzione tanto virtuale quanto la sua residua energia compromessa da età ed acciacchi.

So anche che siete impressionati dal successo editoriale dell’autobiografia, Io sono Giorgia, e della visibilità alimentata da sondaggi che attestano un riconoscimento significativo alla leader di Fratelli d’Italia che è sicuramente correlato all’aver lei cavalcato, contravvenendo a qualsiasi canone della Destra Ordine e disciplina, tutti i risentimenti e l’irritazione dei cittadini contrari a lockdown, vaccini e green pass (definito dalla Meloni l’estate scorsa, con un’affermazione demenziale, “una misura raggelante”.

Anche nel caso della borgatara romana, al pari dello sgarruppato milanese, si tratta però di una popolarità transitoria, potremmo parlare di un ‘fuoco di fiamma’ (tricolore) destinato a ridimensionarsi non appena saranno più chiari all’opinione pubblica i danni già fatti con i messaggi demagogici e qualunquisti sulle (necessarie) misure antipandemiche e quelli ancor più gravi derivanti alla nazione Italia dalle frequentazioni ed alleanze internazionali con Forze politiche e Paesi manifestamente contrari alla solidarietà intraeuropea ed alla condivisione dei valori liberaldemocratici, per non parlare dei recenti attacchi ingiuriosi al Presidente di un Paese amico, la Francia, colpevole di aver sottoscritto un Trattato di rafforzamento della collaborazione con l’Italia.

Macron, ed insieme a lui, Draghi: entrambi insultati in quanto da autentici patrioti e non da chiacchierona e superficiale come lei, hanno compreso che gli interessi delle proprie nazioni si rinvigoriscono nell’ambito di un comune e condiviso orizzonte europeo.

Certo, è necessario un rigoroso e documentato lavoro di smascheramento della retorica e vacuità degli argomenti e dell’assoluta pericolosità del linguaggio di una aspirante leader che, presuntuosamente, si pensa già seduta sulla poltrona di Presidente del Consiglio coltivando atteggiamenti da piccola ‘ducia’ (copyright Giuliano Ferrara) e puntando a recuperare consenso elettorale esibendo con sicumera una smemoratezza storica che il nostro Paese non le può permettere e permettersi.

Suggerisco a tal proposito di leggere il commento acuminato, impietoso, ma sostanzialmente corretto di Sofia Ventura ai contenuti del libro le cui vendite hanno dato un pò alla testa alla nostra.

La dimensione intima e personale (raccontata con stile ed evocazioni adolescenziali, o forse da contemporanea influencer – che è un po’ lo stesso – come ha osservato Guia Soncini) occupa interi capitoli e poi si intreccia strada facendo con quella più specificamente politica e valoriale. L’effetto? È quello della Politica Pop, dell’Intimate Politics: la simpatia che la messa in scena del personaggio suscita da un lato abbassa la guardia rispetto al significato dei suoi principi e valori, dall’altro può arrivare a trasformare la valutazione positiva prodottasi sul personaggio medesimo in una valutazione positiva della sua visione e delle sue opinioni. Storia nota”.

https://www.huffingtonpost.it/entry/siete-sicuri-di-avere-letto-bene-il-libro-di-meloni_it_60a7ad58e4b0a2568311d753

Così come riteniamo che sul velleitarismo e sull’inconsistenza politico-culturale di Giorgia Meloni sia condivisibile il giudizio tranchant dell’ex direttore del Foglio nell’articolo, La posa dei liberali per la Ducia, laddove rispondendo (irridendoli) ai commentatori che si sprecano in giudizi encomiastici per la Presidente di FdI, si esprime così:

Come curriculum per la presidenza del Consiglio, a parte il dettaglio del consenso eccitato, che avrebbe meritato il posto a Luigi Di Maio, per dire, non c’è molto altro. Non si conoscono se non ondivaghe e vaghe proposte di assetto istituzionale, una filosofia riformatrice della giustizia, non è tracciabile una cultura economico-sociale al di là del richiamo della foresta verbale del populismo di maniera, in materia di europolitica tutto è piuttosto improvvisato e, come per il competitor Salvini, trasfigurato dall’oggi al domani”.

https://www.ilfoglio.it/politica/2021/05/19/news/-2415386/

Alla luce di queste ed ulteriori considerazioni che si potrebbero fare, c’è da chiedersi come mai il Sindaco della più importante città veneta, Verona, con un profilo socio-culturale splendidamente europeo ed un ranking economico internazionale costruito nella piena partecipazione ed integrazione alla globalizzazione (vituperata dalla sovranista), si affidi all’ombrello protettivo della romana.

Si potrebbe dire che nomen est omen e che pertanto Sboarina non presenta i tratti dell’uomo forte ed autorevole che i cittadini veronesi auspicano e si meritano.

Ed aggiungere che in un campo di gioco aperto nel quale il pallone è rappresentato dai programmi ed argomenti concreti e non dalle suggestioni ideologiche (che quasi sempre veicolano interessi lobbistici coperti), il candidato del Centrosinistra Damiano Tomasi ha tutte le carte in regole per vincere alle prossime elezioni comunali.

Cercheremo quindi di spiegarci e spiegare la ‘stranezza’ del rappresentante del Centrodestra che a Verona cerca la protezione di una madrina romana.

Puoi leggere il Trattato cliccando qui.

Continua…

Dino Bertocco