Padova: Polo della Salute o rendering? Il nuovo (!?) Ospedale in testa-coda, in una Città senza pilota

(di Dino Bertocco)


Padova si sta avvicinando rapidamente al 90 % di cittadini vaccinati over 12.

E’ una dimostrazione eclatante delle virtù civiche di una cittadinanza istruita e solidale, che gode, però, di un ambiente ‘facilitatore’, per le scelte virtuose di prevenzione e cura, rappresentato da una potente Rete strutturata scientificamente e radicata territorialmente che costituisce un asset fondamentale del Sistema Sanitario regional-nazionale accreditato e credibile.

Alla luce delle performance di contrasto a Covid 19, si può meglio comprendere la scelta strategica compiuta oltre 10 anni fa dall’Amministrazione comunale di riorientare, potenziare, innovare il complesso di Funzioni e Servizi eccellenti, ma incardinati in edifici usurati dal tempo ed ‘incistati’ caoticamente nel tessuto urbanistico di una città nella quale il pressing legittimo, ma talvolta ingombrante e meramente lobbistico ha prevalso sull’esigenza di una necessaria razionalizzazione e su un ceto politico-amministrativo debole, subalterno e privo di una visione del futuro.

A partire da questa elementare considerazione, osserviamo sconcertati gli effetti di quella ‘congiura degli ignoranti e dei lestofanti’ che ha trasformato il primigenio Progetto di ‘Polo della Salute’ in una sorta di pastrocchio che rischia di fagogitare un enorme volume di risorse finanziarie verso un’Operazione che aumenterà il già grande disordine sotto il cielo cittadino, senza un chiaro disegno di aggiornamento, del complesso Network Ospedaliero, orientato dai vettori e dai fattori che stanno letteralmente trasformando radicalmente ragioni etiche e regole di funzionamento del Sistema sociosanitario Pubblico.

Disruption nella clinical governance

Demografia e connessa torsione epidemiologica, nuove frontiere della ricerca farmacologica ed irruzione delle tecnologie digitali che comportano un effetto disruption negli spazi, nelle professioni mediche, nella domanda (inevasa) di competenze specialistiche per il loro governo e la loro gestione accurata, nelle inedita endiade virtuosa di Pazienti ed Operatori Sanitari, oramai implicati in una relazione virtuosa, attraverso la Telemedicina – ma anche a rischio di disfunzioni e divaricazioni laceranti.

E non casualmente i Fondi cospicui che il PNRR dedica alla Missione 6 – Salute indicano la necessità di procedere alla digitalizzazione dell’ecosistema Socio-Sanitario per migliorarne in maniera eccezionale la qualità clinica in un contesto di riqualificato servizio al cittadino.

A tal proposito è utile scorrere le pagine del Documento “Ecco come andrebbero gestite le risorse”, con le 10 proposte elaborate da 6 Università italiane, per comprendere il profondo e sconvolgente cambio di paradigma richiesto nella pianificazione, ‘terziarizzazione’ e clinical governance dell’intero apparato dei servizi sociosanitari .

https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=95923

La domanda che sorge spontanea è: per affrontare questa rivoluzione come si sta ‘attrezzando’ la nostra Comunità locale nel suo insieme (rappresentanti politico-amministrativi, stakeholder, ordini professionali, esponenti del mondo accademico e della ricerca)?

La visione dei rendering che ci sono stati ammanniti finora suggeriscono il permanere di un’incertezza che può sconfinare nello stato confusionale sul piano progettuale (modularità orizzontale/flessibile nella costruzione, rebus delle varianti costosissime ad una viabilità intricatissima, la valutazione ambientale che si complica per l’emergere di problemi idrogeologici segnalati dall’Autorità di bacino: «Alt, c’è rischio di allagamenti a San Lazzaro» (sic!).

Ma soprattutto ciò che emerge è l’avvilupparsi di una prospettiva priva di governance, ovvero di intelligenza interpretativa ed operativa sul cambiamento da guidare.

E non è difficile capire perché!

Quattro sindromi

Dal 2014 Padova è sostanzialmente s-governata, rattrappita da una serie di sindromi (quattro in particolare) provocate dalla ‘convergenza degli ignoranti e dei lestofanti’: è faticoso, ma il caso richiede il ricorso alla ‘memoria storica’ per focalizzarne le cause ed approntare tempestivamente le contromisure che tale situazione reclama.

  1. La sindrome da Ezzelino: coadiuvato dall’operosa imbecillità di diversi garruli esponenti del Centrosinistra patavino, scende da Cittadella un animoso e fazioso leghista, desideroso – con la giustificazione “prima di me solo rossi ed incapaci”, di annullare quello che il vero Rossi d’intesa con Zanonato (con una defatigante opera di cooperazione interistituzionale) aveva letteralmente ‘messo in cantiere’: il Polo della Salute meditatamente collocato a Padova Ovest Est. Il nostro occupante di Palazzo Moroni, per perseguire il suo disegno da sfasciacarrozze, se le inventa tutte: dal fantomatico ‘rischio idraulico’ dell’area vocata, all’invenzione del ‘nuovo su vecchio’. Ciò che va rilevato, a tal proposito, però, è che il furbo Commercialista non viene lasciato solo… (fatto salvo che viene tradito dalla sua arroganza e defenestrato da un’abile manovra di congiurati.
  1. La sindrome da smemorato: questa ha una natura più intrigante perchè colpisce nientepopodimeno che il nuovo Rettore che, probabilmente con la testa distratta dalle sue preziose ricerche di Patologia Generale, si disinteressa dei dossier faticosamente elaborati da chi l’ha preceduto e si rende disponibile a partecipare all’indecoroso balletto che va in scena sulla destinazione urbanistica dell’Opera, sottoscrivendo un nuovo Protocollo che rovescia la vision ed i contenuti programmatici.
  1. La sindrome da criceto: beh, qui si va sul facile. In Veneto esiste un unico personaggio (politico) che ne è il più prolifico testimonial. Abbiamo un Presidente di Regione che, ossessionato dal dover ‘stare sul pezzo’ della comunicazione social, non solo non si dedica ad approfondire le implicazioni esplicite ed implicite che un intervento macro a Padova ha sull’intera Programmazione sociosanitaria, ma riesce bellamente ad uscirsene in 6 (sei) anni con dichiarazioni che sono un manifesto di sfrontatezza: 2014: “La prima pietra del Nuovo Ospedale nel 2015” (a Padova Ovest); 2021: “La prima pietra del Nuovo Ospedale nel 2023” (Padova Este)! Debbo aggiungere altro?
  1. La sindrome da trovatelli: questa, in tutta onestà, è la più grave e problematica perché colpisce al cuore la nostra Città che, dopo la parentesi Ezzelino, si trova catapultati alle leve del comando amministrativo due mezzi Sindaci (al posto di uno vero), in competizione mascherata tra loro, ma entrambi privi di un minimo background in grado di orientarli a discernere e decidere sugli scottanti capitoli ereditati dalle precedenti Giunte di Centrosinistra, che si erano spese al meglio in termini di programmazione, oculatezza e perspicacia. Cos’è successo? Che la coppia, confusa e divisa su molte cose, si è fissata sull’asse operativo-gestionale della ‘discontinuità con il passato’, con la conseguenza che, dapprima appiattiti sull’ipotesi “nuovo su vecchio” si sono trovati alla fine collusi (involontariamente si, ma è peggio) con le scelte operative suggerite dal grumo di interessi immobiliari-finanziari appoggiatosi su Ezzelino.

Come è potuto accadere?

Qui si aprirebbe il discorso, su “Come è potuto accadere tutto questo”?

La faccio breve: nell’ultimo lustro la modesta rappresentanza politico-ammnistrativa locale si è trovata a fare i conti con il vuoto creato dall’esaurimento della spinta propulsiva di una diarchia, costituita in primis dalle personalità di due ottimi Sindaci ed in secundis da due subculture politiche abilitate ed interessate ad ‘occuparsi’ dignitosamente di buona amministrazione, carriere e prebende, ma oramai prive di spinte valoriali e visioni supportate da adeguate conoscenze per comprendere, interpretare e governare il processo di cambiamento della Nostra Città, e tanto meno essere in grado di promuovere la rigenerazione della partecipazione democratica di iscritti, militanti e cittadini sempre più ai margini ed osservatori passivi di dossier semisconosciuti.

Ci sarebbe da ricordare che il ‘vuoto’ che ho ricordato è stato in parte, subdolamente creato con l’assassinio politico di un Candidato da parte di vari ‘congiurati’ preoccupati che nelle stanze del potere cittadino si aprissero finestre di riflessione e progettualità inedite, non controllabili dalle modeste ma orgogliose menti di un apparato addestrato con i riti delle logore gerarchie partitiche piuttosto che a misurarsi con le sfide della metamorfosi socioculturale ed economica in atto.

La conseguenza fatale ed inevitabile è stata l’affermarsi della ‘Legge fondamentale della stupidità‘ di Massimo Cipolla, i cui effetti, per carità di Patria e per evitare di essere risucchiati nella querelle urbanistica non stiamo qui ad evidenziare.

Piuttosto riteniamo decisivo sollecitare tutti ad immergersi nel tempo presente che sta scorrendo impetuosamente e ci chiede di focalizzarsi sull’urgenza di attivare tutte le cospicue competenze multidisciplinari di cui la nostra Comunità scientifica ed il variegato vitale mondo degli stakeholder sono dotate, al fine di evitare – e se necessario – contrastare pastrocchi indigeribili.

Con il loro contributo le leadership (associativo-culturali, e politico-amministrative) possono documentarsi ed orientarsi per delineare il campo delle ricerche preliminari, delle criticità, dei dilemmi, insomma di tutto quanto ha a che fare con un Pianeta salute che sta entrando in orbite misconosciute ed inesplorate, certamente non sondabili da qualche Studio di Architettura ed Ingegneria incaricato di sfornare ipotesi non pienamente meditate dalla classe dirigente locale e da un’opinione pubblica disinformata.

Questo inedito e straordinario impegno è dovuto a e va condiviso innanzitutto con quel ‘cast meraviglioso’ di Professionisti che si stanno esprimendo al meglio delle opportunità e del contesto in cui operano, talvolta dispersi e/o disorientati nelle loro scelte dall’involuzione della programmazione regionale e da un ambiente urbano, soffocante ed inibente l’espansione qualitativa di strutture e servizi, bene illustrato nel Documento pubblicato dalla Rivista del Collegio Ingegneri patavino.

https://www.collegioingegneripadova.it/images/pagine/rivista/251-galileo.pdf

Come procedere?

Tanto per cominciare Giornale del Veneto offre il suo spazio libero alla riflessione ed alla discussione con articoli ed interviste a tutti i protagonisti citati.

Collegato a tale strumento, prevediamo l’avvio di un Blog specifico e di una Piattaforma di partecipazione e collaborazione per quell’immenso lavoro di indagine e documentazione, seminari scientifici e monitoraggio della letteratura e delle esperienze a livello internazionale che possono illuminare la fase realizzativa di un Polo della Salute incardinato in una Città diventata più consapevole della sua funzione trainante e pertanto bisognosa di un ‘pilotaggio’ dotato di una propria mappa e di una conoscenza approfondita del territorio accidentato su cui l’Opera in gestazione sarà ‘creata’.

Dino Bertocco