Luca e Andrea, la coppia che scoppia

Luca Zaia, si sa, è permaloso. Dietro l’aria del padre di famiglia premuroso e, se serve, severo, si nasconde una persona autoritaria, che non sopporta di essere messo in discussione.

Zaia è come la Cuccarini, vuole essere il più amato dai “veneti” e, in futuro, dagli italiani.
Se qualcuno osa incrinare questa immagina, reagisce usando tutte le armi a sua disposizione.
Mai direttamente.
E per l’attacco a Crisanti ha mandato avanti la Russo, elevata agli altari per l’assoluta fedeltà dimostrata, prona al capo come tutti i selezionati a ruoli apicali.
Il rapporto fra Luca e Andrea non è mai stato d’amore, ma di convenienza. Da parte di Luca s’intende.

Quando scoppia l’epidemia con il primo morto a Vò e la chiusura dell’ospedale di Schiavonia, Zaia, il primo della classe, scopre che il suo racconto sulla sanità veneta e sulle sue gesta, contiene qualche falla.
Più di un mese prima, infatti, Crisanti aveva scritto alla Regione, chiedendo di procedere all’effettuazione di tamponi sulla popolazione cinese e sui passeggeri che rientravano dalla Cina. La risposta era stata di quelle stroncanti: no.
Non ci sono i soldi e non è previsto.

Ma quando scoppia l’epidemia Zaia è terrorizzato, sapeva perché era stato informato, e non aveva fatto nulla, anzi.
Ecco allora che per tamponare la malefatta chiama Crisanti proponendogli di diventare il riferimento in materia.
La tecnica è nota: per esorcizzare il pericolo di rovinare il racconto fatto di efficienza e straordinarie capacità, la soluzione è fare prigioniero Crisanti, in modo tale da spuntargli le unghie, da renderlo docile servo.
In fondo è una tecnica che ha sempre funzionato.
E giù lodi all’Università di Padova.

Ma l’uomo Crisanti non risponde alle pelose lusinghe zaiane.
Parla come se fosse un libero pensatore e dimentica, come fanno invece fanno tutti gli altri, di ringraziare Zaia, di narrarne le straordinarie qualità.
Ecco allora che di lì a qualche mese la nomina di Palù, la persona giusta a mettere in riga Crisanti apostrofato per l’occasione come ‘zanzarologo’.
E adesso, ciliegina sulla torta, la sconfessione di Crisanti, via Russo, direttamente alla rivista Nature.
Tutto questo mentre la pandemia si allarga nel Veneto felix, in cui Zaia, dopo aver caldeggiato l’apertura delle discoteche e degli stadi, minaccia l’uso dell’artiglieria pesante.
Contro chi?