Il Flor appassito di Zaia: “La colpa è vostra, veneti”!


Secondo il nuovo numero 1 della sanità regionale l’aumento dei casi Covid è imputabile ai “comportamenti irresponsabili”. Spiegazione-scorciatoia sintomo del crollo di un mito: il super-Veneto zaiano


C’è brutta gente, in giro. Figuri che sottolineano con puntiglio da ragionieri, come fa il Corriere del Veneto del 30 dicembre, che la Regione Veneto ha comunicato al ministero della Sanità «700 letti attivati e 300 attivabili» in terapia intensiva, con 698 realmente operativi, il che imporrebbe il passaggio da zona gialla a zona arancione. Ma noi non lo sosterremo. Non foss’altro per evitare le lavate di capo del nuovo capo dell’Azienda Zero, Luciano Flor, che è “pronto ad accompagnare” a vedere che le mille postazioni “ci sono fisicamente e non sulla carta” (testuale, dalla conferenza stampa del 29 dicembre), di cui 48 a oggi, mercoledì 30, “disponibili”, cioè vuote. Solo che per attivare i restanti 302 letti bisogna saccheggiare le sub-intensive e soprattutto le 110 sale operatorie, spostando personale dalle chirurgie, provocando così il “collasso” (sempre testuale) dell’intero sistema sanitario regionale. Lo dice lui, non lo diciamo noi. E lo ha detto anche il 16 dicembre scorso il direttore del Dipartimento emergenza-118, Paolo Rosi: “È chiaro che se si arrivasse al caso limite delle mille terapie intensive attivate non avremmo più medici da impiegare negli altri reparti e negli ospedali del Veneto si potrebbero curare solo i malati di covid e quelli in fin di vita”. Per tacere di Patrizia Simionato, direttore generale di Azienda Zero, che ha impietosamente srotolato il rosario di spine sulla mancanza di medici, anestesisti e operatori (“Da febbraio a oggi, sono 4.213 i medici, gli infermieri, i tecnici di laboratorio e gli operatori sociosanitari che si sono tirati in dietro ad un passo dall’assunzione perché la loro disponibilità era limitata ai settori non-Covid”, Corriere Veneto, 19 dicembre), ma non sa capacitarsi dei ritmi di lavoro pazzeschi degli infermieri (“Entro fine mese completeremo l’iter dell’ultimo bando, quello a cui sono arrivate 5.200 domande. Alla prima prova, poi, si è presentata la metà dei candidati. Non lo so [il perchè di turni raddoppiati e triplicati, ndr]. Questi sono i numeri e queste sono le carte. Come Azienda Zero abbiamo sempre autorizzato tutto, il turnover di infermieri e operatori socio sanitari è sempre stato garantito”.

Mortalità nordica

C’è tuttavia chi opinioneggia in libertà sul fatto che se non si cambia registro, ossia non si decide per una stretta, al collasso ci arriveremo sul serio. Ma qua parte il collaudato scaricabarile fra governo e Regione, o meglio quello della Regione che alza sempre le mani impotente in attesa del primo. Ma questa è una malignità, sia ben chiaro. Ad esempio, c’è quell’ultimo report natalizio scritto a Roma in cui si legge che il Veneto ha l’indice di contagio (Rt) più alto d’Italia, 1,1 mentre nel resto del Paese è sotto l’1. E soprattutto che è l’unica regione che vede i contagi restare in alto anzichè scendere. E con 191 morti dal 28 al 29 dicembre, i quali, fossero anche 180 confrontando i dati alle ore 17, sarebbero 180 (“Comunque tante”, queste morti, osserva il pur prudente Gazzettino). A cui se ne sono aggiunte 112 fra il 29 e il 30. Ma noi non mesteremo nel torbido dei numeri, altrimenti Flor ci bacchetta affermando che il tasso di mortalità è in linea con il Nord Italia: stando al sito ministeriale in data 28 dicembre, il Veneto ha finora il 2,6% di decessi sui contagiati totali, mentre la confinante Lombardia il 5,2%. C’è il dettaglio che la Lombardia ha il doppio della popolazione, ma è appunto un dettaglio.

Tamponi rapidissimi

C’è poi chi, come quel professor Andrea Crisanti di cui Zaia deve aver perso il numero telefonico, che boccia tutta la recente gestione pandemica di Zaia&C perchè basata sui tamponi rapidi (o antigenici) anzichè sui soli molecolari, più realistici. Ma noi non ci sogniamo di unirci a lui, altrimenti incorreremmo nelle ire del mastino Flor, che difende i rapidi (“I rapidi sono molto attendibili nella fase acuta dell’infezione, meno nella convalescenza, però intercettano una grossa fetta di contagiati che altrimenti sfuggirebbero al sistema”), al punto che in un comunicato del 27, n. 1687/2020, ammette che “nei giorni scorsi è stata diffusa da Azienda Zero una tabella che fornisce una erronea lettura dell’andamento dell’epidemia da Covid 19 nella Regione del Veneto, in particolare per quanto riguarda le percentuali del numero dei positivi sui tamponi effettuati”, in quanto calcolata solo sui 20 molecolari al giorno anzichè sulla sommatoria con i 40 mila rapidi, sempre al giorno. Incalzato dalla muta di feroci giornalisti, Flor dà la sua spiegazione finale della rovinosa caduta di un mito, quello del Veneto che regge da par suo la seconda ondata: “Non c’è una sola causa alla base di un’epidemia, però se i casi aumentano è a causa dei comportamenti irresponsabili delle persone, che evidentemente non hanno imparato nulla dalla prima ondata. Prova ne sia che tra i sanitari, ligi alle regole, i contagi sono pochissimi”.

Che palle, le domande

Oh, finalmente la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità, vostro onore. Se un gran numero di veneti ora conta almeno qualche contagiato o ricoverato o addirittura defunto fra conoscenti, amici e parenti, è colpa loro. Ma ad affermarlo, certamente non per scelta dell’immacolato Zaia, è il Flor a cui è stata assegnata l’incombenza di parare i colpi dei soliti disfattisti. Zaia, per esempio, nella conferenza stampa del 29 dicembre era assente, causa terremoto (che non ha fatto danni nè a cose nè persone ma, oè, la paura è paura). L’Amor Nostro – Giuliano Ferrara chiamava così Silvio, e noi non saremo da meno con Luca, che Dio lo abbia sempre in gloria – in generale ha un po’ questa tendenza all’assenza, sempre giustificatissima, per carità, quando si tratta di dover prendere posizioni sgradevoli. Qualcun altro che ci metta la faccia al posto suo lo trova sempre. Ma noi questo, mica lo pensiamo davvero. Lo scriviamo perchè amiamo talmente il nostro beniamino governatore, che ci piacerebbe vederlo dar pan per focaccia in prima persona, coltello fra i denti, a tutti quei criticoni che snocciolano cifre e fanno considerazioni non allineate. E infatti quest’oggi, 30 dicembre, più presente e spazientito che mai, sulle intensive ha rimesso tutto alla “totale autonomia” della “macchina” sanitaria veneta, avvisando scocciatissimo gli astanti: “Non risponderò più a domande su questa storia che sta diventando un tormentone”. Come da copione, lui non ha responsabilità, perciò la si smetta di infastidirlo.

Viva il Doge!

Come dargli torto. Come si permettono di infastirlo e fargli perdere tempo? Ci sono morti, in ballo. Esattamente: morti, sono morti i numeretti contenuti nelle tabelle. Ripetiamo: morti. E questo invece lo diciamo eccome, a Zaia. L’incantesimo si è rotto. E ci saremmo rotti anche noi di ascoltare il ritornello che è tutto sotto controllo. Vada a ripeterlo a parenti, amici e conoscenti dei morti, che i loro comportamenti sono stati irresponsabili. Ma lo diciamo con affetto e deferenza, per l’Incriticabile che è nostro conforto e nostra guida. Auguri, Presidente. Non le vogliamo male, giammai. Anzi leviamo al cielo gli evviva e gli abbasso che ci vogliono: viva Zaia! Viva Flor! Abbasso i veneti che hanno fatto vita da “gialla” solo perchè in effetti la zona era gialla! Abbasso i contestatori! Viva il Doge! Par tera e par mar, par san Luca martire!