I ministri Crisanti, Viola e la saggezza veneta di Carraro


Ancora poche ore e si conosceranno i nomi dei ministri. Al momento fioccano abbondanti le autocandidature provenienti dal Veneto, che costituiscono un’indicazione sullo stato della scienza e della politica.

Andrea Crisanti: interpellato dall’Ansa il professore ha dichiarato: «Se farei il Ministro? Nemmeno io ho mai pensato a questa eventualità. Se me lo dovessero chiedere comincerei a pensarci su».

Antonella Viola: “Qualcuno mi ha chiamata per dirmi che circola il mio nome per un incarico nel Governo, ma personalmente non ho avuto alcun contatto diretto. Per quel che ne so è una voce. Se è vero che si è pensato a me, è una cosa che mi fa ovviamente piacere perché significa che quanto fatto e detto in questi mesi che mi hanno vista molto esposta sul fronte della comunicazione sul Covid, ha restituito un’immagine affidabile, una capacità di visione. Quindi sono contenta e lusingata, non lo nascondo”.

Carlo Carraro: alla domanda “e se per un ministero spuntasse il suo nome? risponde: “I ministri devono avere capacità non solo tecniche, ma anche di creazione del consenso, comunicazione, compromesso con le esigenze degli altri ministeri e con le politiche generali del governo. I professori universitari sono stati formati, hanno lavorato e hanno imparato a fare cose diverse. Diffido sempre un po’ di chi fa un lavoro che non è il suo.”

Fra le malattie patologiche generate dal covid probabilmente si dovrà aggiungere il narcisismo virologico, che nel veneto colpisce più che in altre parti d’Italia. 

L’osservatore veneto