Cultura liberaldemocratica: dal minoritarismo atavico ad un’auspicabile espansione

Un patrimonio a cui attingere e la lezione storica per i leader contemporanei.

Nell’articolo di Carlo Rubini che pubblichiamo riprendendolo da ‘Luminosi Giorni’ (rivista di cultura politica), l’autore parte da lontano e si cautela giustamente, dopo le prime battute provocatorie, con l’invitarci a completare la lettura prima di esprimere una valutazione critica.

Ed in effetti il testo si dipana in un excursus denso e suggestivo perché scandisce i passaggi e le torsioni di una visione ideologico-culturale dello sviluppo democratico che, nonostante battute di arresto e rallentamenti della sua ‘presa politica’ e la deludente rilevanza del consenso elettorale che essa ha generato nel corso della storia del Paese, è stata ispiratrice di battaglie decisive per l’espansione dei diritti civili.

Certo, la lettura diacronica di eventi e circostanze di un tempo lungo rischia di far adottare uno schema interpretativo della fenomenologia politica contemporanea che risulta fuorviante: per esempio collocando la mission delle leadership di Calenda e Renzi in un asfittico ed anacronistico ‘Centro politico’.

Così come appare una forzatura ideologica quella di attribuire alla strategia ‘Giù le tasse’ una connotazione di Destra mentre sono già alcuni decenni che le Organizzazioni sindacali ed i Partiti riformisti si sono intestati proposte e mobilitazioni per alleggerire il carico fiscale sia in funzione equitativa che come leva per promuovere sviluppo e buona occupazione.

In realtà alcuni tentativi recenti di imprimere una svolta liberaldemocratica alla Sinistra ed all’intero Paese contenevano e conservano una progettualità innovatrice molto estesa e profonda: di essi vanno identificati i limiti che attengono a visioni e programmi (ancora) privi della capacità di comprendere e rappresentare la complessità socioculturale ed economica delle trasformazioni avvenute non solo a livello ‘domestico’, ma su scala globale.

Proprio per questo l’analisi sotto il profilo storico ed i suggerimenti conclusivi di Carlo Rubini costituiscono una preziosa base di confronto e discussione, soprattutto per indicare ai ‘nani politici’ impegnati nel tempo presente a rivitalizzare il riformismo operoso, i valori ed i contenuti programmatici a cui ispirarsi per emanciparsi dai rischi del minoritarismo e diventare (finalmente) ‘grandi protagonisti del rinnovamento democratico del Paese.

titolo originale: Da Locke a Calenda, giganti e nani della liberaldemocrazia
autore: @Carlo Rubini (ottobre 2019)

fonte: Luminosi Giorni-rivista di cultura politica