Crac banche. Disputa tra gli On.li Zanettin e Villarosa per l’accesso al Fondo Indennizzo Risparmiatori

La Regione del Veneto non pubblica i nominativi dei Comitati beneficiati dal fondo per le spese giudiziarie e legali del 2018


La settimana scorsa alcune associazioni dei truffati hanno segnalato difficoltà del sito della Consap proprio a pochi giorni dal 18 giugno, ultimo termine utile, per presentare le richieste d’indennizzo.

Prontamente, è sceso in campo On.le Zanettin (Forza Italia) che su www.vicenzapiù.com ha marcato la gravità dell’accaduto sottolineando la scritta “Il portale FIR è momentaneamente non disponibile”. La risposta governativa è arrivata quasi subito. Il Sottosegretario A. Villarosa, tramite l’agenzia Adnkronos, ha replicato affermando che “non risulta nessun problema”. Ora, al di là del botta e risposta che nega ciò che era evidente vista la documentazione allegata sul sito vicentino, le complicazioni di funzionamento della piattaforma informatica gestita da questa società di proprietà dello stato, sono apparse fin da subito.

Infatti, già da luglio 2019 doveva essere operativo un sistema interattivo di domande e risposte per agevolare la compilazione della modulistica da parte del truffato. A parte la vetrina in internet, null’altro era stato predisposto nonostante l’inciso di legge in materia.

Lentamente nel corso dei mesi tra l’estate 2019 e la primavera di quest’anno, sono stati apportate: integrazioni, aggiustamenti, specificazioni, migliorie. I blocchi più o meno prolungati del sito attivato da Consap, è stato uno dei motivi per cui la prima scadenza delle richieste al FIR fissata al 18 febbraio 2020 è slittata al 18 aprile, quindi al 18 giugno anno corrente.

Il tempo a disposizione per aggiustare il software e caricare domande è durato 301 giorni; ricordato che il via si parte risulta datato 22 agosto 2019. Chi ha scelto questa brillante azienda pubblica? Il Ministro Giovanni Tria del Governo 5 stelle e lega con apposito decreto. L’atto era stato preannunciato sul Sole 24 ore il 4 di maggio dal Sottosegretario di Stato sopracitato, firmato dal Ministro il giorno 10 dello stesso mese ed apparso, in Gazzetta Ufficiale solamente l’11 giugno della medesima annata.

La scelta a favore di una società in house è avvenuta senza gara d’appalto, ovviamente, essendo la ditta made in M.E.F. ed i servizi da rendere sono stati quotati congruamente (?!) per una modica cifra di 12 milioni e 500 mila euro, accuratamente sottratti alle risorse da distribuire ai gabbati dalle banche. Sempre il Governo penta leghista, nell’estate scorsa con appositi decreti ministeriali ha regolato tutte le procedure necessarie al fine di scrutinare più celermente (sic!) le richieste dei risparmiatori traditi. Il provvedimento datato 09 agosto 2019 va annotato poiché completa, sotto il profilo dell’iter da seguire a cura del danneggiato, il quadro già abbondantemente ridondante di farraginosi procedimenti. In particolare, esso richiama altresì le competenze specifiche dell’agenzia delle entrate che debbono, però, essere concordate -nelle modalità operative- con la Commissione Tecnica che presiede la complessa vicenda. Su questo specifico punto ed accorgendosi un anno dopo dell’atto ministeriale già in vigore, dimostrando ancora una volta la consueta bravura e destrezza in facebook, è intervenuto l’esponente governativo di conio grillino, sollecitando a giugno 2020 un incontro tra il Direttore dell’Agenzia delle Entrate e il Presidente della C.T. Mossa tempestiva, parbleu!

Resi finalmente edotti delle norme dell’anno prima ed in perfetta sintonia con la matrice grillina, di conseguenza, non poteva mancare la manifestazione di protesta contro “gli imbrogli burocratici” annunciata proprio il 18 giugno avanti la Prefettura di Venezia. L’incontro è stato voluto e sarà capitanato dal Presidente del “Comitato Don Torta”, già aspirante parlamentare dei 5 stelle e mancato deputato nel 2018. Qualcheduno altro ha avuto qualcosa da ridire: sul costo dell’operazione, sulle inadempienze acclarate del supporto informatico fornito da Consap e sulle vessazioni cui erano -sono fino alla scadenza prefissata- costretti i richiedenti risarcimento? Certo che no. Anzi, l’estate, l’autunno e finanche l’inverno 2019/2020 sono trascorsi tranquillamente, senza azioni di netto contrasto e denuncia alla pubblica opinione né verso Consap né, tantomeno, avverso il dicastero del Tesoro da parte delle associazioni pro-truffati. In verità, per quanto si era già potuto constatare in relazione ai servizi non resi un ricorso alla magistratura contabile era stato preparato e consegnato in primis a Codacons Veneto, poi anche a Adusbef. I referenti di queste associazioni messi di fronte alla possibilità di chiamare in causa i diretti responsabili hanno preferito oltrepassare.

Chi invece è intervenuto sulla qualità della gestione dei conti dormienti da parte di Consap, è stata la Corte dei conti. La magistratura contabile a giugno 2019 in un suo report, tra le altre criticità, retoricamente si domandava perché visti i costi di funzionamento pagati dal pubblico erario la società in questione doveva restare ancora a capo di funzioni amministrative date in concessione; il suggerimento era quello di affidarle all’ordinario apparato istituzionale. Musica per chi paga le tasse fino all’ultimo centesimo di €. Peccato che, come altre relazioni tecniche diffuse e consegnate per essere prese in debita considerate o dai governanti pro-tempore e/o dagli eletti dal popolo nelle due Camere o dalle associazioni pro-azzerati, nel caso specifico, non solo non sono valutate ma neppure lette. La constatazione è ancor più verosimile, se si considera che la maggior parte dei coordinatori degli organismi di rappresentanza sono avvocati che -a loro dire – si battono per il bene dei danneggiati dalle banche. In effetti oltre ai misconosciuti decreti attuativi dell’estate scorsa, stessa sorte è toccata alla relazione di ACF (Arbitro per le Controversie Finanziare) che nel consuntivo 2018 ha accertato la durata complessiva dell’intero iter necessario per soddisfare la richiesta di vedere accolto e liquidato il danno subito, temporizzato in 286 giorni. Il paragone con la aggrovigliata matassa della disciplina in vigore è del tutto impietoso per la legge 145/2018 e suoi atti esecutivi. In questo contesto sono stati finora sprecati 301 giorni impiegati per concludere il primo step, cui seguiranno altri anni per i passi successivi necessari per soddisfare anche le situazioni oltre i paletti dei 35.000,00 € di reddito e dei 100 mila € di patrimonio mobiliare posseduto.

Medesimo disinteresse hanno dimostrato i rappresentanti del popolo eletti alla Camera ed al Senato di fronte alle puntuali annotazioni dei rispettivi servizi tecnici di bilancio che esaminando il recente decreto “cura Italia” -art. 50 suggerivano di chiedere spiegazioni al Governo su due fronti: a) “non sono stanziati oltre 1,5 miliardi di euro, come asserito dalla Relazione Tecnica del Governo, bensì 523,8 milioni per ciascuno degli anni 2020 e 2021” b) “andrebbe escluso che l’erogazione di un anticipo del 40% (sul 30% fissato dalla legge ) dell’indennizzo deliberato possa determinare effetti di cassa, accelerando i flussi in uscita rispetto alle previsioni tendenziali” In altre parole , nel 2019 non è stato liquidato un soldo ai truffati e così sono “spariti” i primi 525 milioni del tesoretto di 1,5 miliardi di € a disposizione. Il 100% propagandato in campagna elettorale è diventato il 30% a settembre 2018 grazie al duo Bitonci-Villarosa assieme nei selfies con i responsabili delle associazioni, tutti fotografati felici e contenti. In questo modo i 5 Stelle e la Lega hanno “risparmiato “i primi 14 milioni di € resi disponibili dalla vituperata legge “Baretta” ed ora, si chiedono i contabili del bilancio non tornano i conti né per il 2020 né per il 2021; qualcuno ha chiesto lumi al Governo attuale? Il seguito è stato un silenzio assordante. Corte dei conti, ACF, Servizi di Ragioneria e Bilancio, sono organi tecnici, preziosi e qualificati per aiutare chi legifera ed amministra, ma -come è noto- non dipendono dal consenso dei cittadini o dall’adesione con versamento della quota ai comitati dei danneggiati.

La legge nr. 145/2018 per la parte afferente F.I.R.-Commissione Tecnica-Consap, è un colabrodo ispirato dal trio Di Maio- Villarosa- Arman che -nottetempo- ha sostituito l’Arbitro in sede di esame della finanziaria per il 2019, in omaggio alle teorie giuridiche di puro marchio populista in salsa grillina. Infatti, per renderla operativa sono stati necessari oltre la disciplina principale, anche un decreto-legge-art. 36 e 3 decreti ministeriali. Comparando questo strumento legislativo con il precedente, legge 205/2017 è da dire che a quest’ultima sarebbe bastato un (1) decreto attuativo in quanto l’esame dell’Unione Europea era già stato superato; a contrario l’ideona pentastellata pubblicata in Gazzetta ha fatto perdere un anno di tempo solare, tutto il 2019, senza alcun risultato utile per coloro cui la stessa è (era) destinata. L’importante è non far sapere al truffato che senza il disastro della 145 varata dal duo Di Maio-Salvini a dicembre 2018, i soldi sarebbero già nelle tasche dei risparmiatori -purtroppo- traditi e bidonati una seconda volta.

I truffati associati nella triplice declinazione degli organismi di derivazione nazionale, di quelli spontanei di base ed infine, di quelli guidati dagli stessi legali che con migliaia di pratiche seguono anche le vicende giudiziarie dei loro assistiti, si sono sempre dimostrati accondiscendenti e compiacenti verso le direttive governative. Lamentarsi adesso, 2020, di ciò che era già chiaro nel biennio precedente in cui la legge in questione si dipanava a 360 gradi appare perlomeno tardivo, insincero e palesemente incoerente. Ma come dicono (diranno) gli avvocati, la colpa è della burocrazia.

Attualmente l’indennizzo ottenibile dal FIR è pari ad un miserrimo 12% rispetto al 100% garantito da Di Maio e 5 stelle nella primavera di due anni or sono, trattasi di poche migliaia di € visti i criteri predeterminati ed una volta che l’elemosina di stato verrà decurtata di quanto già ricevuto dalle banche per chi (121.144 azzerati in Veneto) ha a suo tempo aderito alla proposta di incassare subito il 15% del valore del titolo posseduto. In ogni caso, il duetto Giallo-Verde può vantare meriti apprezzabili. Ha tagliato le speranze ai truffati, ma non v’è dubbio che ha agito sempre in conformità ai principali desiderata del Comitato Don Torta ed ha assecondato altresì buona parte delle richieste minori delle restanti aggregazioni, peraltro del tutto ininfluenti nelle decisioni davvero importanti.

Rimanendo sull’argomento, ma scendendo a livello Veneto merita attenzione il fondo regionale per il “concorso spese legali” a favore dei cittadini veneti truffati dalle banche venete, quantificato per il 2017 in euro 500mila € puntualmente rendicontati. In effetti pareva (pare) eccessivo riservare un 30% della provvista di bilancio alle associazioni ammesse, mentre il restante 70% per cento viene erogato in relazione al numero di mandati conferiti da ciascun danneggiato al soggetto esterno all’ente regione a partire da un numero minimo di dieci. Assai discutibile era (è) pure il criterio che impone a ciascun comitato/associazione di operare attraverso uno studio legale convenzionato, cui necessariamente deve rivolgersi il truffato. Comunque sia per l’anno di grazia 2017, il Bollettino Ufficiale della Regione pubblicizzava e i risultati dell’avviso selettivo degli organismi di rappresentanza e l’esito finale dell’operazione. La stessa pubblicità e trasparenza era attesa e dovuta anche per le risorse messe a disposizione per il 2018. Notevole è stata quindi la sorpresa nel rilevare e constatare l’inserimento del Decreto Direttoriale nr. 172 adottato il 27.12.2018 intitolato “Approvazione dell’elenco delle Associazioni e dei Comitati ammessi a contributo per interventi di assistenza giudiziale legale destinati ai cittadini veneti danneggiati dalle banche ….assunzione impegno di spesa” nel B.U.R nr. 20S del 26.02.2019 codice identificativo/interno nr. 388482 che, una volta stampato, ha prodotto una bella pagina color bianco priva di qualsiasi traccia di scrittura e firma.

Il consigliere Andrea Zanoni (PD) l’anno scorso aveva sollevato un’interrogazione al Presidente sulle modalità operative del fondo qui in esame, ma la risposta ottenuta è stata del tutto floscia ed insoddisfacente. Va da sé, che non vale la pena disturbare chi con tanta solerzia ed amorevole attenzione, si è occupato e preoccupato per noi cittadini inermi di fronte al malefico corona virus pontificando day by day nei mass-media, emittenti locali in primis da oltre due mesi. Del resto, è a tutti noto che i dirigenti nominati dalla Giunta Regionale hanno un’ampia e notevole autonomia discrezionale nelle loro decisioni avendo come linee guida unicamente la propria scienza, conoscenza e consapevolezza. Ad onor del vero, trattasi di burocrati del tutto inossidabili ed inalterabili ad eventuali input politici in arrivo da Palazzo Balbi. Resta un dubbio, che significato hanno le parole: pubblicità dei provvedimenti, trasparenza degli atti, specie se questi sono riferiti a soldi erogati con le tasse pagate dai cittadini?

Enzo De Biasi